Bari - Fasano - Bari - 12/Aug/2011 «»
Divertente mattinata allo
zoo safari di
Fasano.
Si entra con la propria macchina, in questo caso quella di Nicola, e si gira il parco ? in mezzo agli animali, loro liberi e noi ? in ?gabbia?.
Il primo tratto è affollato di cervi e parenti cornuti, che si avvicinano alla macchina in cerca di cibo. Dato che camminano in mezzo alla strada, si crea coda, per evitarli, o perché chi dà il cibo rallenta tutto, ma ovviamente è troppo divertente per non farlo!
Non mancano i mufloni, i lama, gli struzzi, i caproni, alcuni più vicini, altri più lontani, timidi .. riservati.
Poi si entra nell?area super sorvegliata dei leoni, tenuti sotto controllo, anche se qualcuno se li è visti camminare davanti alla macchina ? dei gran gattoni.
Gli elefanti, le tigri e gli orsi sono più distanti, ma comunque ben visibili.
E finalmente si arriva alla parte divertente, le giraffe! In lontananza vedevamo le teste delle giraffe piegate nei finestrini delle macchine e ci siamo gasati di poter avere lo stesso trattamento ed attenzione, ma poco prima di noi i guardiani le hanno fatte allontanare ? tristezza ? ma appena loro si sono distratti ? i colli lunghi sono tornati ad affacciarsi nelle auto. Evviva! Come immaginato ? è stato emozionante. Avevamo cubetti di pane da dare loro, anzi ? se lo venivano a prendere, allungavano il collo, infilavano la testa nel finestrino, allungavano la lingua e l?attorcigliavano sul pezzo di pane che gli allungavi ? bellissimo! Tante sbavate sulle dita ? ma ? eccezionale!! Ci sono stati momenti in cui ogni finestrino era preso d?assalto da una o più testone di giraffe. Nicola era schiacciato al sedile per evitare che lo limonassero e si sono accontentate del volante.
Non ci saremmo più allontanati da lì, ma poco più avanti c?erano le zebre ? che richiedevano le medesime attenzioni. Loro sono un pochino più discrete, si lasciano accarezzare il muso morbido ? tenere.
Al dromedario e all?elefante abbiamo invece allungato un cracker, onde evitare strani contatti. L?elefante, con la sua simpatica proboscide, ha lasciato una bella sbausciata sulla macchina.
Tristemente abbiamo poi parcheggiato, per proseguire il giro a piedi e vedere tanti altri animali, tra cui gli orsi polari, gli ippopotami, i rettili, un simpatico (mica tanto) gorilla, entrare con un trenino/gabbia nel recinto delle scimmie che lo assaltano in cerca di cibo! Una bimba accanto a noi aveva da dargli da mangiare delle noccioline e le bestioline golose non si staccavano più, afferrando il cibo ghiotto con le loro manine.
A corredo c?è qualche montagna russa, così ne abbiamo approfittato per completare la giornata. Fare solo questa seconda parte non vale la pena, ma come abbiamo fatto noi va bene. Tornando ci siamo fermati a casa di Nicola a fare merenda.
L?idea era di mangiare 1 toast ed in pochi minuti ci siamo trovati la tavola imbandita di tante cose buone e golose, a cui è impossibile dire di no, quindi, in realtà si è fatta cena.
Nicola nel frattempo si è preparato e ci siamo spostati a casa di Marianna, per poi partire da lì e andare a
Castellana per visitare le famose grotte in notturna, con lo
Speleonight.
Qui ci siamo incontrati con Carmela, ed altri loro amici conosciuti la sera prima. L?ingresso era alle 21.30 circa, ma ? si sa ? siamo in Puglia; quindi si sono fatte le 22 prima di ricevere un caschetto ciascuno con montata la lucina ? da speleologo ed avviarci nelle grotte.
Si parte con la
Grave, una grotta alta 60 mt ed un buco, sulla sommità, da cui filtra la luce.
Ovviamente, questa sera, la sola luce disponibile è quella dei nostri caschetti, su alcuni è più potente, su altri più debole, come la mia.
Le grotte di Castellana, scoperte nel 1938 da Franco Anelli, sono la più lunga rete di grotte sotterranee d?Italia. È un continuo saliscendi di scalini e stradine, con stalattiti e stalagmiti, che a volte si incontrano, formando le colonne ?.
Le guide, due speleologhe, ci hanno fornito nel frattempo informazioni, sia di carattere geologico che legate all?attività di speleologo, il tipo di vita e di esperienze che si fanno.
A un certo punto veniamo invitati a vivere un?esperienza ? speciale; percorrere da soli, al buio, con la sola lucina del nostro caschetto, un po? ? di strada.
Quando è giunto il mio turno ? ho abbandonato, quasi spavalda, il gruppo di lucine, per immergermi nel buio più totale. La luce del mio caschetto purtroppo era molto bassa e quindi la visibilità scarsa. L?ansia ha iniziato a crescere, la sensazione di essere vulnerabile, di essere piccola, in confronto alla maestosità della grotta, di venirne inghiottita. Ho tirato un sospiro di sollievo nel vedere una lucina raggiungermi da dietro. Poco dopo però si è spenta ? scomparsa ? come mai? Dove era finita quella persona? Ma poi ho raggiunto un signore, partito prima di me, con la figlioletta, e quasi ne sono rimasta delusa. La sensazione data dalla solitudine, dal silenzio e dal buio mi era piaciuta!
Ad attenderci, dopo circa 300 mt, una delle due speleologhe, Titty, che ? accende un faro e lancia un urlo per far spaventare chi arriva solo e magari già impaurito dal buio, ma nessuno l?ha insultata, cosa che invece lei si aspettava accadesse.
Proseguiamo per arrivare alla famosa
Grotta Bianca. Qui fanno spegnere a tutti la luce e restare in rigoroso silenzio ad ascoltare i rumori della grotta, le gocce d?acqua che cadono costanti dalle stalattiti e ? nient?altro. Poi, man mano, vengono accese le luci ed il bianco della grotta risplende, quasi candido, bellissimo, sempre più luminoso.
Ripercorriamo, quasi a ritroso, i 1.500 mt con tutto illuminato ? quasi a giorno, e si riescono ad apprezzare le strane formazioni delle rocce, i colori, le stalagmiti più o meno ciccie, le stalattiti più o meno appuntite.
Abbiamo terminato alle 1.30, dopo più di tre ore intense ed emozionanti.
Le guide hanno cercato di farci capire, trasmetterci e anche farci sperimentare cosa voglia dire essere uno speleologo e siamo rimasti entusiasti.
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