- 31/Dec/2017 «»
Partenza per
Nara, dopo aver fatto colazione in stazione, con la linea JR, quindi senza costi aggiuntivi. Appena si supera la strada principale, dove si trovano i ristoranti ed i negozi, e si accede al parco, si incontrano subito i famosi cervi che vengono incontro in cerca di cibo. Sono tantissimi e benchè i cartelli avvertano i turisti dei possibili rischi, ci sono sembrati docili e tranquilli.
Ci siamo recati al
tempio buddista Todai-ji, dove è possibile ammirare il Daibutsu, una delle statue del budda in bronzo più grande al mondo, alta 16 metri, e l’edificio in legno, che gli hanno costruito attorno, è anch’esso più grande al mondo, affascinante. Una delle colonne portanti ha un foro nel mezzo e si dice che sia della stessa grandezza delle narici del Daibuts. I visitatori cercano di passarvi nel mezzo perché la leggenda dice che chi riuscirà ad attraversare il foro sarà benedetto con l'illuminazione nella vita futura. I bambini possono passare senza problemi, ma i grandi ne escono a fatica.
Molti si limitano a questa tappa, ma io ho voluto allungarmi fino al
santuario shintoista Kasuga Toisha, perché lungo le vie di accesso ci sono centinaia di lanterne di pietra e tante anche all’interno, appese le une vicine alle altre, sia dorate che di colore verde. Bellissimo!
Soddisfatti siamo tornati a Kyoto. Siamo passati in hotel a lasciare i souvenir acquistati e poi subito siamo usciti per andare al
Mercato di Nishiki, dove ci sono negozi di souvenir, ristoranti, ma anche quelli che vendono pesce, verdure ed ovviamente street food.
Siamo poi andati alla ricerca del
quartiere di Ponto-cho, dove si trovano case di legno tradizionale, illuminate da lanterne, e ci ha aiutati maps a trovare il punto esatto, perché dalla guida non si capiva.
Siamo tornati in hotel a riposare e per le 20 avevamo prenotato un ristorante dietro l’hotel, dove Marco ha potuto assaggiare un piatto tipico, shabu shabu, una zuppa di brodo con verdure e carne, cucinato da noi al tavolo.
Con il treno siamo poi andati a Gion (Gion Shijo) e da lì al tempio dove festeggiare il capodanno, Yasaka – jinja.
Lungo la strada di accesso erano collocate bancarelle con street food di ogni genere.
Arrivati ad un certo punto, nell’avvicinamento al tempio, ci siamo dovuti fermare, in coda, ed attendere così l’anno nuovo, facendo circa 40 minuti di attesa. Scattata la mezza notte si sono aperte le transenne e siamo andati tutti a pregare. Noi per fortuna avevamo imparato nei giorni scorsi dalla nostra parente acquisita giapponese le corrette modalità: lanciare una monetina verso il tempio, fare due inchini, battere 2 volte le mani e poi fare ancora l’inchino. Un ragazzo, in coda accanto a Marco, vedendolo intento nella scelta della monetina da lanciare, gli ha indicato l’ammontare più adeguato.
Quindi ci siamo fermati in un paio di bancarelle per un’ultima degustazione serale.
Sempre attorniati da tante persone, ma tutte educate e composte, siamo tornati al treno e da lì in hotel.
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