Glaumbaer - Akureyri - 10/Jul/2006 «»
Abbiamo concluso un?altra intensa giornata, ricca di km e panorami.
La prima tappa è stata a
Glaumbaer, la fattoria con il tetto in erba che risale al XVIII secolo. Siamo entrati in uno degli edifici in cui è ospitato il museo del folclore. Forse è a pagamento, ma a noi non ha chiesto niente nessuno. Ci sono diverse stanze con passaggi bassi e stretti al cui interno ci sono mobili ed utensili d?epoca.
Dato che era abbastanza presto, abbiamo deciso di deviare nuovamente per un fiordo, il
Siglufjordur. La Lonely cita Holar, con la sua ?imponente? chiesa dalla facciata in pietra rossa, mentre in realtà quest?ultima è banale e poco interessante, almeno per il mio gusto, mentre alle sue spalle ci sono delle casette con tetto in erba, meno turistiche di quelle di Glaumbaer, ma in cui non si può entrare.
Arrivando poi a Hofsos ci siamo fermati prima alla
fattoria Grof, dove ci si deve aprire il cancello per entrare e giungere al parcheggio, così da visitare una vecchia chiesetta dal tetto in erba racchiusa da un muro di torba circolare, molto carina, quasi fiabesca.
Successivamente, prima di entrare in paese, ci siamo fermati in un punto di osservazione per vedere delle formazioni basaltiche, ma conviene evitare, perché si è ancora abbastanza lontano per riuscire ad apprezzarle.
La strada porta al Siglufjordur, con bellissimi panorami. Si passa una galleria a una sola corsia lunga 800 mt, particolare, e poi si arriva al paesino descritto molto bene, ma per me poco significativo. Sono arrivata alla conclusione che i paesini islandesi non sono il mio genere.
Per andare poi verso Akureyri si deve ripercorrere la strada n. 76 per un pezzo e imboccare la n. 82, non asfaltata. I paesaggi però percorsi lungo quest?ultima sono incantevoli.
Akureyri, seppur sia considerata la città più bella d?Islanda, a me, purtroppo, non è piaciuta, non mi ha comunicato niente. Siamo riusciti a fermarci al famoso supermercato Bonus, simile, credo, al Lidl e ad andare al Vin Bud, il rivenditore di alcolici, per acquistare le birre islandesi per la mia collezione.
Da qui siamo partiti per andare alla fattoria Fossholl, di fianco alla
cascata Godafoss. Siamo giunti alle 18, abbiamo preso possesso della banalissima camera (seppur dall?esterno la casetta sia carina) e siamo andati a piedi alla cascata. E? una delle più grandi d?Islanda, il cui nome significa Cascata degli Dei. E? davvero imponente e maestosa. L?ho fotografata in lungo e in largo.
La giornata è stata bellissima, calda (abbiamo toccato i 17 gradi) e senza vento, mentre ora sono arrivate delle nuvolone nere. Speriamo per domani.
Ora andremo a sperimentare il ristorante della fattoria.
h. 21.30
Siamo tornati dalla cena che è stata discreta; io ho ordinato le costolette di agnello con patatine fritte, mentre Marco ha preso un filetto di salmone in crema. Nell?attesa ci hanno portato una zuppa calda con verdurine tagliate e pezzettini di carne, il tutto arricchito con paprika. Infine abbiamo concluso con il dolce tipico islandese, lo Skyr, un intruglio fatto con latte scremato, fermenti e panna. Il gusto è acidognolo, così si aggiunge una marmellata di more. Non male, ma certo da non paragonare ai nostri dolci tipici. Il tutto alla modica cifra di 61 ?.
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