Bordeaux - Saint Emilion - 16/Aug/2021 «»
Per arrivare alla Cite du Vin abbiamo percorso la strada accanto alla Garonne, passando da zone dove siamo stati ieri sera e proseguendo oltre. Ci siamo fermati all’altezza della Esplanade des Quinconces per qualche foto, ma è iniziato a piovigginare.
Trovare parcheggio vicino alla
Cite du Vin non è stato facile, soprattutto perché quello grande, idoneo anche ai camper, era chiuso per lavori ed è stato anche difficile districarci tra i sensi unici, ma per fortuna siamo riusciti a trovare una strada poco lontano.
La struttura esterna è molto particolare, con una torre alta 55 mt e più allargata alla base a ricordare un decanter.
Ci sono da visitare 2 piani di esposizioni permanenti, gestiti interamente tramite supporti multimediali e interattivi, con sezioni che trattano la storia del vino, con un percorso nelle varie epoche storiche, ai vigneti, ai terreni, nonché una parte più sensoriale dove si possono annusare vari profumi. Al termine si sale alla terrazza panoramica dove si può fare la degustazione di un vino a scelta tra 16 tipi. Noi ovviamente ci siamo mantenuti su un rosso di Bordeaux. Giudizio complessivo…carino, per riempire un paio di ore a disposizione, ma non un must.
A seguire siamo partiti per St. Emilion, andando diretti alla cantina
Chateau de Pressac, che si trova nello specifico a Saint Etienne de Lisse, a pochi chilometri. Prima della visita abbiamo avuto il tempo di fare pranzo. Alle 15.30 c’erano sia il tour in inglese che quello in francese. La struttura è bella, recentemente ristrutturata.
Le cantine sono tutte pulite, le botti nuove, anche perché ogni anno ne cambiano la metà, vendendole ai produttori di liquori. La visita di per sé è breve e abbastanza insignificante. Si passa poi alla degustazione, accompagnata da qualche pezzettino di formaggio e fettina di salame. Abbiamo avuto davanti a noi 3 calici e ci è stato dato un altro calice nero ed abbiamo dovuto capire di cosa si trattasse. Il profumo era di vino rosso, ma il sapore era più leggero e frizzante e poteva sembrare un bianco. Effettivamente era un rosè.
Poi abbiamo assaggiato due del 2017 ed uno del 2011. Uno di quelli del 2017 però era il secondo ripasso. Questa volta erano le bottiglie ad avere le etichette nascoste, così che, degustando, provassimo a capire le differenze ed associare le annate. Erano ovviamente tutti buoni, ma più di tutti quello del 2017 del primo passaggio. Abbiamo portato a casa un paio di bottiglie, ma senza esagerare, dato il costo.
Al termine siamo andati in campeggio (Yellow Village) e mentre facevo il check in ha iniziato a piovigginare, ma è durato ben poco. Marco allora ha preparato le biciclette, così da andare a visitare
Saint Emilion e magari fermarci per cena, essendo solo a 3 km di distanza, passando in mezzo alle vigne. In andata si percorrono diversi tratti in salita, di cui uno in particolar modo ripido e pesante. Si parcheggia in ingresso alla cittadina e si prosegue a piedi. È un susseguirsi di negozi di vino, come da noi nella zona di Montepulciano. Purtroppo siamo arrivati all’ora di chiusura, ma siamo riusciti ad entrare nella
Collegiata e nel suo bel chiostro.
Abbiamo girato in lungo ed in largo i sali e scendi delle stradine, fino a che abbiamo scelto, in una delle piazze principali, il ristorante dove fare cena, a Le Bouchon, avendo letto come prima riga degli antipasti, il camambert fuso ed è stato effettivamente meraviglioso. Avevo visto che diversi ristoranti proponevano la coscia di pollo e quindi ho scelto un pollo alla griglia, pensando fosse quello, mentre invece era uno spiedo di pollo, peraltro arrivato purtroppo freddo. Ovviamente abbiamo abbinato il tutto ad un ottimo rosso della zona, del 2016.
Nel frattempo è tornato il sole, quindi il rientro in bici in mezzo alle vigne è stato fantastico, con i colori del tramonto ad illuminarle.
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