Roma - 20/Mar/2023 «


A metà febbraio ho prenotato la visita ai Musei Vaticani. Non erano più disponibili ingressi nel week end, mentre per il lunedi erano esauriti quelli durante la giornata, ma ancora c’erano dei posti per le visite fuori orario di apertura, ovvero per l’aperitivo serale o per la colazione al mattino. Avendo il treno il lunedi pomeriggio per tornare a casa, rimaneva l’ingresso alle 7.30 del mattino in lingua inglese, che comprendeva una visita guidata di 2 ore e al termine la colazione all’americana. Volendo poi sarebbe stato possibile proseguire ancora da soli la visita al museo.
Purtroppo la giornata è iniziata con la pioggia. Abbiamo fatto il check out e lasciato i bagagli in hotel e con il taxi in 15 minuti siamo arrivati all’ingresso dei Musei Vaticani, con un pochino di anticipo. Attorno a noi c’erano solo stranieri.
All’ora prestabilita ci siamo trovati con la nostra guida, una signora polacca, sposata con un italiano, il cui inglese era molto semplice e comprensibile. Il resto del gruppo era composto da americani. Ci ha condotto per le sale principali, dove, dato l’orario, si incrociavano solo le guardie o le signore delle pulizie.
Spettacolare la Galleria delle Carte Geografiche, un corridoio di 120 mt di lunghezza, con la rappresentazione delle regioni d’Italia realizzate verso la fine del 1500. La particolarità è che alcune mappe, come quella della Sicilia, appaiono capovolte.
Incredibili le quattro stanze di Raffaello, una più bella dell’altra.
E infine la magnifica Cappella Sistina, purtroppo non fotografabile, cosa inspiegabile per me e preistorica. Ormai il futuro sono i social. I giovani vogliono vedere quello che trovano “bello” su Instagram. Non voler mostrare un’opera così è come privarsi di una fetta di turismo. Io, per esempio, ho deciso dopo tanti anni di vedere i Musei Vaticani, pur non essendo appassionata di musei, solo perché sui social avevo visto una immagine della Galleria delle Carte Geografiche che mi era piaciuta tantissimo. La decorazione delle pareti fu eseguita da nomi di prestigio, il Perugino, il Botticelli, il Ghirlandaio. Michelangelo invece dipinse la volta, le lunette e il Giudizio Universale sulla parete d’altare.
Colazione all’americana discretamente abbondante nel piazzale esterno, davanti alla sfera di Arnaldo Pomodoro, nel cortile della Pigna.
Al termine siamo rientrati nel museo, ma ormai le sale erano aperte al pubblico e c’era…. il mondo, invivibile, quindi ci siamo affrettati, a fatica, a conquistare l’uscita.
Siamo arrivati alla Basilica di San Pietro, con la speranza di riuscire ad entrare abbastanza facilmente, essendo lunedi, ma la coda era lunghissima, quasi metà piazza lungo il diametro, quindi abbiamo proseguito, dopo aver acquistato degli ombrelli, dato che la pioggia era nel frattempo aumentata, per Castel Sant’Angelo.
Abbiamo voluto completare le visite che erano rimaste indietro nei giorni scorsi. Prima fermata è stata alla Chiesa di S. Ivo alla Sapienza, molto fotografata, con una inquadratura della facciata con cupola ripresa dal cortile antistante stretto e lungo.
Abbiamo proseguito per S. Maria Sopra Minerva, con la cappella Carafa riccamente affrescata e l’elefante del Bernini all’esterno, che sorregge un obelisco.
Tappa successiva è stata alla Chiesa di S. Ignazio per ammirare la volta affrescata con il suo Trionfo.
Abbiamo concluso con la Galleria Sciarra per ammirare il soffitto liberty, con volta di ferro e vetro e decorata con dipinti raffiguranti le Virtù femminili.
Stanchi della mattinata ci siamo fermati per pranzo da Pane & Salame, riuscendo ad entrare dopo una coda di più di 20 minuti, ma ne è valsa la pena, avendo mangiato un panino con la porchetta, che tanto desideravo assaggiare a Roma, oltre ai carciofi alla giudea e al cacio e pepe.
Esausti siamo tornati pian piano in hotel, dove avevamo da riposarci un’oretta prima di chiamare il taxi e farci portare in stazione per tornare a casa.

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