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Costa Occidentale

Dettagli generali del viaggio

Data partenza: 06/Aug/2014
Data rientro: 30/Aug/2014
Mezzo: Automobile, Aereo
Km percorsi: 6648
Soste: 29
Costi totali: €8.740,68


Tappe

Tappa Data KM Da vedere
Los Angeles 06/Aug/14 0 -
Los Angeles 07/Aug/14 0 Los Angeles, Down Town, Walt Disney Concert Hall, El Pueblo de Los Angeles, Little Tokyo, Union Station, Hollywood, Walk of Fame, Santa Monica
Los Angeles 08/Aug/14 0 Universal Studios
Los Angeles - Anaheim 09/Aug/14 160 Disneyland
Anaheim - Williams 10/Aug/14 163 Palm Springs, Tramway, Williams, Route 66
Williams - Page 11/Aug/14 770 Grand Canyon, Mather Point, Mohave Point, Hopi Point, Page
Page 12/Aug/14 322 Horseshoe Bend, Glen Canyon Dan, Antelope Canyon, Lago Powell
Page - Kayenta 13/Aug/14 99 Valley of the Gods, Moky Dogway, Mexican Hat, Monument Valley
Kayenta - Moab 14/Aug/14 438 Arches, Delicate Arch, The Windows, Double Arch, Landscape Arch
Moab 15/Aug/14 366 Canyonlands, Mesa Arch, Upheaval Dome, Green River Overlook, Grand View Point Overlook, Dead Horse Point State Park
Moab - Panguitch 16/Aug/14 190 Capitol Reef National Park, Fruita
Panguitch - Springdale 17/Aug/14 482 Bryce Canyon, Navajo Loop, Sunrise Point, Sunset Point, Zion
Springdale - Las Vegas 18/Aug/14 242 Las Vegas, Venetian, Mirage, Caesars Palace, spettacolo delle fontane, Paris Las Vegas, Cosmopolitan, New York ? New York
Las Vegas - Beatty Junction 19/Aug/14 266 Excalibur, Luxor, Death Valley, Badwater, Artist Drive, Artist Palette, Dante?s view
Beatty Junction - Three Rivers 20/Aug/14 461 -
Three Rivers - Oakhyrst 21/Aug/14 554 Sequoia, Moro Rock, Kings Canyon, General Grant
Oakhyrst - Mariposa 22/Aug/14 283 Yosemite, Glacier Point
Mariposa - San Francisco 23/Aug/14 197 San Francisco
San Francisco 24/Aug/14 0 China Town, Coit Tower, Lombard Street, Alcatratz, Golden Gate
San Francisco 25/Aug/14 0 Painted Ladies, Golden Gate Park, Golden Gate Bridge
San Francisco - Carmel-by-the-sea 26/Aug/14 272 Santa Cruz, Beach Board Walk, Monterey, Seventeen Mile Drive, Lone Cypress, Carmel-by-the-Sea
Carmel-by-the-Sea - Morro Bay 27/Aug/14 234 Mission San Carlos Borromeo del Rio Carmelo, Big Sur, Hearst San Simeon State Historical Monument, Morro Bay, Morro Rock
Morro Bay - Los Angeles 28/Aug/14 198 Santa Barbara, Santa Barbara Mission, Santa Barbara County Courthouse, Venice

Los Angeles - 06/Aug/2014

Dopo svariate ansie, siamo davvero riusciti a partire per il viaggio tanto atteso, da mesi o forse da una vita, quello negli Stati Uniti, California e grandi parchi.
Siamo arrivati a Los Angeles verso le 20 ed è filato tutto liscio: il ritiro dei bagagli, la ricerca della navetta della National, la società di noleggio da noi scelta (si trova proprio all?uscita, a sinistra, corsia centrale), ritiro della macchina, un mid suv, come prenotato, una Lincon, ed arrivo in hotel, the Crescent, a Beverly Hills.
La camera non è molto grande, ma comunque carina.

Los Angeles - 07/Aug/2014

Siamo andati alla scoperta di Los Angeles, partendo dal quartiere di Down Town. Ci hanno consigliato di andare con il bus, 4 o 714. Il primo ad arrivare è stato, purtroppo, il 4. Dico purtroppo perché fa tutte le fermate, ed abbiamo impiegato più di un?ora ad arrivare al Walt Disney Concert Hall, mentre, se ho capito bene, la linea 700 è più veloce.
Da lì, dopo aver trovato dove fare la nostra prima colazione americana, siamo arrivati alla Cathedral of Our Lady of the Angels, niente a che vedere, ovviamente, con le nostre Cattedrali, ma ero curiosa comunque.
Ci siamo spinti fino a Chinatown, ma è molto popolare e poco caratteristica.
Diversi invece i quartieri El Pueblo de Los Angeles e Little Tokyo.
Il primo, ispano messicano, è un concentrato di bancarelle colorate e ristorantini, molto commerciale, mentre il secondo è più dignitoso e di classe, seppur anch?esso con diversi locali e ristoranti, molto carino.
Siamo arrivati sino alla Union Station, sia per vederla, una delle più antiche d?America, sia per prendere la Red Line, la linea metropolitana, fino a Hollywood.
Qui i turisti si affollano lungo la Walk of Fame, per cercare di riconoscere a chi appartengono le stelle con i nomi dei vip.
Sempre qui si trova il Kodak Theatre, dove si tiene la consegna degli Oscar.
Non mancano diversi locali dove mangiare o negozi di souvenir di vario genere, tra cui l?Hard Rock Cafe, nostre meta fissa di ogni viaggio. Tutto molto turistico. Dal centro commerciale si riesce ad avere una buona visuale della famosa scritta di Hollywood in alto alla collina, classico soggetto di molti film.
Abbiamo preso un autobus per tornare in hotel a lasciare le borse con gli acquisti, cambiarci ed uscire rapidamente per arrivare sulla famosa Rodeo Drive, poco distante. E? un susseguirsi di firme, tante italiane, e sembra di essere in Montenapoleone a Milano.
Tappa quasi obbligata da Tiffany, dove ho provato strenuamente a resistere alla tentazione dell?acquisto, ma ho perso. Un piccolo ed adorabile sacchettino azzurro è uscito con me!
Siamo tornati nuovamente in hotel e, ancora non esausti, abbiamo ritirato la macchina dal parcheggio riservato ed in 15 minuti siamo giunti a Santa Monica.
Alla reception ci avevano consigliato di parcheggiare sulla 4° strada, ma insieme a noi?.c?era il mondo, ma siamo comunque riusciti nell?intento.
Ci siamo diretti immediatamente verso il mare, ma stava iniziando a fare buio e tirava vento, facendo freddino.
Siamo quindi tornati indietro verso i negozi e la zona pedonale con pub e ristoranti. Qui mi ha ricordato Miami. Finalmente esausti ci siamo fermati a bere qualcosa, prima di tornare, soddisfatti, in hotel.

Los Angeles - 08/Aug/2014

Giornata dedicata agli Universal Studios! Sul navigatore ho dovuto impostare Universal City, come comune. All?arrivo è tutto ben organizzato e strutturato e per entrare si fanno pochissime code.
Come prima attività abbiamo scelto il giro in pulmino per gli studios, i famosi set cinematografici di Hollywood, anche se non si vede molto, o magari pochi set conosciuti in Italia, a parte Desperate House Wife. Ci hanno fatto entrate in un set e vivere l?esperienza di un terremoto, utilizzata per una puntata della serie Bones, vedere un set con un aereo distrutto o di un paese che viene allagato e nel mentre, sul pulmino, ci hanno mostrato uno spezzone di film in cui è stata utilizzata la scena.
Abbiamo partecipato a molte attrazioni durante l?arco della giornata, quasi tutte in 3D e molte con code superiori alla mezz?ora. Solo a fine giornata abbiamo capito che utilizzando la fila ?single rider?, ovvero facendo da tappabuchi sui mezzi multiposto, era possibile evitare, anche di molto, le code. All?inizio un po? dispiace, perché non si sta seduti accanto al proprio compagno di viaggio, ma dopo la prima volta, si apprezza la rapidità di accesso alle attrazioni e si supera l?imbarazzo di andare con estranei. Ciò che più mi è piaciuto è stato Transformers, simile a quella di Spiderman vissuta ad Orlando, con 3D, in cui sembra di essere in mezzo ad una battaglia tra le macchine in un mondo futuro.

Los Angeles - Anaheim - 09/Aug/2014

Sveglia mezz?ora prima oggi, avendo da percorre circa 50 km per arrivare ad Anaheim, dove si trova Disneyland. Qui manca un po? di segnaletica quando si arriva ed a fatica siamo riusciti a trovare i parcheggi. Le attrazioni per gli adulti non sono tantissime, quindi nel primo pomeriggio avevamo finito. Anche qui, a volte, c?era la possibilità di passare come ?single rider? e l?abbiamo sfruttata, davvero comodissima. Ci sarebbe anche il ?fast pass?, ovvero una prenotazione con orario ben preciso di ingresso, ma spesso è di un?ora dopo, rispetto a quando si ritira, quindi non ne vale la pena, dato che il parco è molto grande.
Non avendo terminato tardi, siamo voluti tornare a Santa Monica, per godercela meglio alla luce del giorno. Avremmo voluto parcheggiare vicino alla spiaggia, ma viene imposta una tariffa giornaliera di 10 $, troppo per fermarci solo un paio d?ore, così siamo tornati sulla 4° strada, al parcheggio 5, dove la tariffa è massimo di 1-2 $. Siamo comunque poi tornati al Pier, anche se nel frattempo si annuvolato. Stavano organizzando qualche evento vip, perché era pieno di polizia.

Anaheim - Williams - 10/Aug/2014

Giornata di viaggio, in avvicinamento ai Grandi Parchi. Ci siamo concessi una tappa extra programma, consigliataci da un conoscente, Palm Springs, utile ad interrompere un po? la guida. Il TCI indicava con 2 asterischi il Tramway, una cabinovia, rotante, che sale a 2.596 m, quindi, appena trovata l?indicazione stradale, l?abbiamo seguita. Ci ha concesso di abbandonare, per poco più di 1h, i 40 ° C ed arrivare ai più freschi 20° C.
Il fatto che la cabina ruoti su se stessa è particolare ed anche comodo, così si può ammirare il panorama da diverse prospettive.
Un po? fastidioso per lo stomaco resta il momento del salto, quando si arriva ai piloni.
Una volta in cima si possono percorrere diversi itinerari. Noi abbiamo scelto quello da 1,5 miglia, che conduce in diversi punti panoramici, che consentono di ammirare il deserto sottostante.
Ci siamo poi fermati per pranzo in uno dei locali di Palm Springs, rifugiandoci da un caldo asfissiante.
Confesso che mi immaginavo questa cittadina molto diversa, forse più come una Las Vegas, invece è abbastanza desolata e con poco fascino.
Abbiamo quindi proseguito per altre 5 ore di viaggio, lungo strade sempre più deserte, che ci hanno condotto per cena a Williams, sulla famosa e storica Route 66.
Una volta fatto il check in al Super8, siamo andati a cena al Cruiser?s Cafè 66, una ex stazione di servizio anni ?30. Piatto tipico ovviamente è l?hamburger ed eravamo circondati da italiani.
Ovunque ci sono tracce del passato e torneremo domani mattina, con la luce, a scattare qualche foto?

Williams - Page - 11/Aug/2014

Questa mattina abbiamo avuto la colazione inclusa ed abbiamo riempito per la prima volta il nostro box di polistirolo, acquistato in un negozio Seven Eleven a Los Angeles, con il ghiaccio, disponibile in hotel, così da tenere al fresco le bevande durante l?intera giornata, nonostante il caldo.
Siamo tornati in centro a Williams, dove sembra di fare un salto nel passato, anche, io credo, nell?interesse turistico: sia le scritte della Route66, sia i vecchi edifici. Seppur un po? kitsch, ha comunque il suo fascino.
In un?ora poi siamo arrivati al Grand Canyon.
Nel momento di pagare la tassa di accesso al parco, abbiamo acquistato per 80 dollari, American The Beautiful, che consente l?ingresso annuale a molti parchi americani e dovrebbe permettere di risparmiare. Già questo parco costa, da solo, 24 dollari.
Siamo giunti in macchina a Market Plaza, dove abbiamo parcheggiato, ed a piedi siamo arrivati al primo punto di osservazione, Mather Point, e si resta senza parole. E? davvero affascinante ed incredibile.
Abbiamo proseguito ancora a piedi fino a Yavapai Observation Station (1,1 km), gustando lungo il tragitto diversi scorci sul Canyon.
Da lì abbiamo sfruttato la navetta, che ci ha ricondotti al Market Plaza. Qui abbiamo preferito spostare la macchina ai parcheggi del Grand Canyon Village, così da evitare un trasbordo con il bus alla fine del giro e si è poi rivelata una scelta furba.
Con il bus abbiamo percorso la Hermits Rest Route, lungo la quale ci sono 8 fermate. Mi erano stati segnalati come maggiormente significativi Mohave Point e Hopi Point, quindi siamo scesi in corrispondenza del primo dei due e percorso a piedi 1,3 km fino all?altro.
Sono scorci incredibili, ma, un po? da cinica, mi viene comunque da dire che alla fine è sempre la stessa cosa, quindi inutile, per me, fare anche le altre fermate.
Abbiamo preso la navetta e siamo tornati alla macchina. Il sistema di navette è comodo, ma non sono frequenti quanto necessario.
Per andare verso Page, si percorre la Desert View Dr e ci sono diversi punti di osservazione a cui ci siamo fermati (Grandview Point, Moran Point, Lipan Point e Navajo Point).
Purtroppo una volta arrivati a Page avevo un forte mal di testa e nausea, quindi abbiamo saltato la cena e siamo andati a letto prestissimo.

Page - 12/Aug/2014

Purtroppo questa mattina siamo stati svegliati da una brutta notizia: è morta la nonna di Marco?
Ormai erano quasi due mesi che era in ospedale. E? tornata a casa un paio di volte, ma poi aveva dei peggioramenti. Ancora venerdi scorso sembrava pronta per uscire, ma le hanno fatto una trasfusione di sangue e le è tornata la febbre alta e da lì è peggiorata rapidamente. Il cuore non ha più retto o forse, anche lei, non ha più avuto la forza per reagire?
Certamente ha smesso di soffrire, ma per noi, essere così lontani, implica non poter fare niente. I funerali sono giovedi e non faremmo in tempo neppure ad arrivare a Milano. Al di là che i genitori si sono raccomandati di non tornare.
A fatica e tristi abbiamo iniziato la nostra giornata.
Avevo prenotato tempo fa, sul sito Navajo Tours, la visita dell?Antelope Canyon delle 12, perché dovrebbe essere l?ora migliore per ammirare i riflessi del sole sulla roccia.
Nell?attesa siamo andati a circa 10 min dall?hotel, lungo la 89, all?Horseshoe Bend, dove si può osservare il fiume Colorado a ferro di cavallo tra le rocce rosse. Si deve percorrere una breve salita nella sabbia e poi una lunga discesa (10min), che poi va però, faticosamente, ripercorsa al ritorno in salita. Il panorama è affascinante.
Dato che avevamo ancora margine sul nostro appuntamento, siamo arrivati fino alla diga, Glen Canyon Dan, per scattare qualche foto.
Un?ora prima del nostro tour al rinomato Antelope Canyon, ci siamo presentati, come richiesto, lungo la 98, tra i km 299 e 300. Sulla destra si vedono i pulmini blu su cui poi si salirà. Occorre pagare prima l?accesso al Canyon di 8 dollari a testa e poi recarsi al punto di accettazione e versare quanto dovuto, nel nostro caso 40 $ a testa per il giro da 1h. Si è svolto tutto molto rapidamente, quindi poi abbiamo dovuto aspettare ancora più di mezz?ora. Alle 11.50 ci hanno chiamati uno a uno per farci salire sui camioncini, ognuno con la propria guida. Si percorrono circa 6 km nella sabbia, ogni tanto saltellando per le dune, ma si è stretti stretti, vicini vicini e non c?è molto spazio per muoversi. Si arriva abbastanza scaglionati, così da non entrare tutti insieme. La guida dà qualche informazione, ma, soprattutto, suggerimenti per scattare le fotografie, anzi, in alcuni casi, si offre lui di scattarla, un po?, immagino, per poter avere la possibilità di una mancia extra a fine tour.
Purtroppo la giornata non era bellissima ed il sole, tra le rocce, è stato molto poco, ma siamo comunque riusciti a godere di qualche riflesso.
L?andata si percorre accompagnati dalla guida, mentre si ripercorre lo stesso tragitto, da soli, al ritorno, quindi ci sono ancora occasioni per scattare qualche altra foto.
Abbiamo poi preferito ripassare in hotel a rinfrescarci e toglierci un po? di sabbia dalla pelle. Dato che il cielo si stava rapidamente annuvolando, siamo riusciti in fretta per andare al Lago Powell. Si deve superare l?ingresso a pagamento. Noi, avendo già la tessera American The Beautiful, siamo potuti passare liberamente.
Siamo arrivati alla Marina, al porto e poi abbiamo proseguito per Lone Rocks, dove, si vede dalla mappa, c?è una roccia in mezzo al lago.
Anche qui c?è un altro punto di accesso a pagamento. Ci hanno detto di non andare con la macchina fino alla spiaggia, cosa che ci è sembrata alquanto ovvia.
Abbiamo visto diverse macchine e camper in riva al lago, quindi abbiamo deciso di raggiungerli, ma dopo una decina di metri siamo rimasti impantanati nella sabbia. Non pensavamo che le discesa al lago fosse già sabbiosa, dato che c?erano così tante macchine ferma a riva. Si è fermata una macchina che ha provato a dare supporto, ma senza successo. Poi è arrivato il nostro salvatore, un signore simpatico che ha preso in mano la situazione. Ci ha detto che oggi era già capitata la stessa cosa ad altri italiani e li aveva già tratti in salvo e di stare quindi tranquilli. Nel frattempo ha iniziato a piovere, proprio mentre il poveretto cercava di far passare una cinghia sotto la gomma della nostra macchina, collegandola alla sua. Con 2-3 accelerate siamo riusciti a liberarci. L?abbiamo seguito fino a riva, ci ha dato un paio di indicazioni turistiche sui dintorni ed i consigli per risalire, ovvero non fermarsi, continuare ad accelerare.
Abbiamo seguito le istruzioni, ma una macchina ha rallentato proprio davanti a noi e quindi?ci siamo nuovamente insabbiati, assurdo. Questa volta invece si è fermato un ragazzo carino ed atletico, con un super fuori strada, che rapidamente ci ha tirato fuori la cinghia dal retro. Dietro a noi si era fermato un suo amico, con un mezzo identico. Dato che non siamo riusciti ad agganciare il cavo sulla ruota davanti, ci siamo attaccati dietro e ci ha tirati fuori quindi l?amico. Il tutto è avvenuto in pochi minuti, sono stati eccezionali. Senza più fermarci poi siamo riusciti ad arrivare sani e salvi sul terreno compatto?.ma che avventura!
Esausti ed ancora un po? agitati abbiamo preferito tornare in hotel, anche per liberarci dalla sabbia, insinuatasi ovunque.

Page - Kayenta - 13/Aug/2014

Sveglia sotto la pioggia quest?oggi, che è andata man mano a diminuire e poi a smettere, mentre procedevamo lungo la 98, verso Kayenta, poi lungo la 160, risalendo con la 191, verso Bluff e tornando lungo la 163, in direzione Mexican Hat. Si vedono dei paesaggi incredibili, strane conformazioni rocciose, con colori variegati.
Viene voglia di fermarsi spesso e ovunque per scattare delle fotografie.
Prima di arrivare al bivio con la 261 si trova l?indicazione ?Valley of the Gods?, strada sterrata, che abbiamo percorso in parte, ma probabilmente, percorrendola tutta, si esce poi sulla 261, perché abbiamo ritrovato un cartello simile sull?altra strada.
Anche qui si susseguono rocce rosse, che il vento e la pioggia hanno eroso in maniera unica.
La 261 si inerpica lungo la montagna, lungo una strada sterrata, passando accanto a rocce che si sgretolano facilmente e creano qualche ansia e timore. Abbiamo visto salire anche tre camper!
Si arriva in cima, da cui si gode un favoloso panorama, con la visione di monoliti colorati di rosso?incredibili.
A seguire abbiamo trovato il cartello ?Moky Dogway?. Probabilmente proseguendo si giunge a Muley Point, ma il cielo iniziava ad annuvolarsi ed avevamo da arrivare alla Monument Valley, quindi abbiamo preferito tornare indietro.
Breve sosta a Mexican Hat per vedere un?altra roccia e poi via verso la tanto attesa Monument Valley.
Si incontra prima, come ieri, la barriera di ingresso, 20 $, e poi il visitor center, dove si trova anche l?hotel ?The view?, con vista spettacolare sulla Monument Valley, dove avevo provato a prenotare già a marzo, ma era tutto esaurito.
Qui si può scegliere se procedere nella valle con la propria macchina o con un tour organizzato. Noi abbiamo noleggiato appositamente un mini suv per poter fare percorsi un po? impervi, quindi non abbiamo avuto dubbi e siamo partiti. Qui aveva già piovuto un po?, ma i nuvoloni neri si stavano avvicinando nuovamente. La strada è sterrata, la prima parte con una discesa, piena di buche profonde e sassi, ma anche successivamente non migliora molto; si continua a saltellare e fare gincane. Nel frattempo è iniziato a piovigginare. Il giro è obbligato e si passa accanto, o quasi, ai massi che hanno assunto varie forme: mani, elefante, cammello o comunque che hanno dei significati spirituali per i Navajo.
Sicuramente con il sole sarebbe stato un altro spettacolo, ma siamo comunque riusciti a gustarcelo.
Andando verso Kayenta, abbiamo trovato la strada allagata in due punti, per via della pioggia, inquietante.
L?hotel, Monument Inn, è abbastanza insignificante dall?esterno, mentre sia la hall/ristorante che le camere sono molto carini e curati.

Kayenta - Moab - 14/Aug/2014

Giornata ricca di emozioni anche oggi!
Al nostro risveglio abbiamo finalmente trovato il sole! Quindi nel nostro viaggio per Moab, nonché per Arches, siamo ripassati vicino alla Monument Valley, così da scattare qualche foto con il sole.
Arrivati a Moab, ci siamo limitati ad attraversarla e superarla.
Anche Arches è incluso tra i parchi della nostra tessera, quindi non abbiamo pagato nulla all?ingresso.
Gran parte delle bellezze naturali si possono ammirare passando accanto in macchina ed al più fermandosi ai viewpoint, i punti di osservazione, per delle foto.
Ci siamo concentrati, essendo arrivati a metà mattina, ai punti più famosi e rinomati: Double Arch, The Windows, Landscape Arch ed il più fotografato, Delicate Arch.
Abbiamo iniziato con la parte The Windows. Dal parcheggio si percorrono 1,6 km di strada sterrata e roccia. Si incontrano prima North e South Windows e poco a destra Turrent Arch?un primo assaggio di archi.
Al di là del parcheggio (ma noi abbiamo spostato la macchina per essere più comodi) parte un sentiero di 1,2 km per Double Arch. Sicuramente questo arco è più particolare ed affascinante.
Abbiamo provato successivamente ad andare a Delicate Arch. Dal Wolfe Ranch parte un sentiero di 4,8 km, normalmente percorribile con la macchina, che conduce a dei viewpoint dell?arco con un minimo sforzo, 800 mt di camminata, oggi però allagato, per via della pioggia di ieri. L?alternativa è percorrere quasi 5 km sotto il sole, con una salita che comporta l?elevazione di quasi 150 mt. Titubante, abbiamo preferito proseguire per Landscape Arch. Qui si percorrono 2,6 km a piedi dal parcheggio. Ci sono diversi tratti all?ombra ed è un percorso particolare.
Landscape Arch è molto grande e alto.
Tornando indietro si erano fatte quasi le 16, quindi abbiamo deciso di intraprendere la fatica della salita a Delicate Arch. Come saltare l?arco più fotografato?
E? importante portarsi almeno 1 lt di acqua a testa. Si percorrono diversi tipi di sentieri, di sabbia e di roccia, alcuni in piano e molti in salita. Salivano comunque anche famiglie con bimbi piccoli e anziani, quindi è fattibilissima; faticosa, ma percorribile.
L?ultimo tratto è stretto ed a ridosso della parete rocciosa, ma è l?ultimo sforzo?poi c?è il meritato premio: la visione dell?atteso arco ed effettivamente degno dello sforzo fatto!
Noi siamo tornati indietro alle 18 e c?era ancora gente che iniziava la salita, quindi con rientro verso le 20, ma nello Utah c?è ancora luce a quell?ora (essendo avanti di 1h rispetto all?Arizona).
Il nostro hotel, a Moab, il Big Horn Lodge, è in posizione abbastanza comoda, con supermercato quasi di fronte e con accanto sia Burger King che Mc Donald. La camera è carina, con frigo, microonde, macchina del caffè ed una bella tv. Volendo c?è anche una piccola piscina.
A cena siamo andati al Moab Brewery, molto vicino all?hotel. Purtroppo le birre in bottiglia sono solo da dolce e sono da 50 ml. Abbiamo comunque assaggiato le birre alla spina durante la cena. Io ho scelto un hamburger, mentre Marco una specie di sandwich fatto di pane tostato con dentro carne a fettine, formaggio e crauti. Entrambi siamo rimasti molto soddisfatti dei piatti scelti.

Moab - 15/Aug/2014

Avremmo voluto iniziare con due trail, Potash Road e Shafer Trail, ma sono percorribili dalle 4x4. In realtà noi avendo un suv avremmo potuto osare, se non fosse piovuto nei giorni scorsi.
Abbiamo quindi percorso il giro più lungo per arrivare a Canyonlands. Anche questo parco è incluso nella nostra tessera. La parte più vicina all?ingresso è Island in the Sky. Ci sarebbero altre due aree, ma una è ancora selvaggia e l?altra per escursionisti.
Ci sono alcune tappe fondamentali: Mesa Arch, Upheaval Dome e Grand View Point Overlook. Dato che avevamo margine di tempo, ci siamo fermati anche ad altri punti panoramici.
Mesa Arch è stata la prima sosta, un percorso di 0,8 km dal parcheggio. Si arriva direttamente all?arco e si ha un bel panorama, guardando attraverso.
Abbiamo proseguito per Upheaval Dome, di 1,3 km. Carino, ma niente di eccezionale. Volendo si può proseguire per altri 1,6 km, per avere un?altra prospettiva, ma ci siamo accontentati. Prima di ripartire ci siamo fermati in un?area pic nic a riposarci un po?, all?ombra ed al fresco.
Carino è stato invece il Green River Overlook, con panorama sul Green River, che, come dice il nome, è circondato di verde.
Infine siamo arrivati al Grand View Point Overlook, con i pinnacoli che ricordano la Cappadocia e con la roccia frastagliata a zig zag, come tagliata da un terremoto.
Successivamente ci siamo fermati al Dead Horse Point State Park, dove hanno girato la scena finale di Thelma e Louise ed anche una parte iniziale di Mission Impossible 2. Questo parco non è incluso nel nostro pass, quindi abbiamo dovuto pagare 10 $ di accesso.
E? un parco molto piccolo, la cui unica meta è, essenzialmente, il Dead Horse Point Overlook, effettivamente molto bello, da cui si ammira una bella curva del fiume Colorado.
Tornando ci siamo fermati al market vicino all?hotel, molto grande e rifornito. L?abbiamo girato in lungo ed in largo. In ingresso c?è anche il corner di Starbucks, quindi domani mattina andremo lì a fare colazione e prenderemo un po? di verdura fresca e qualche altra delizia americana!
A cena siamo andati, consultando la rivista Moab Menù Guide, ricevuta all?arrivo in hotel, al Broken Oar (remo rotto), posticino molto carino. Io ho scelto un piatto con pollo grigliato, accompagnato da risotto agli asparagi, mentre Marco ha preso del manzo affumicato con salsa barbecue, abbinato a patate dolci. Tutto molto buono.

Moab - Panguitch - 16/Aug/2014

Giornata essenzialmente di spostamento, per arrivare al Bryce Canyon, ma ne abbiamo approfittato per arricchire la giornata, percorrendo la strada 24, che conduce al Capitol Reed National Park e successivamente la 12, molto panoramica.
Al Capitol Reef National Park abbiamo seguito la Scenic Drive, dove si attraversa: Fruita, con i suoi alberi da frutta (essenzialmente meli), che si possono raccogliere, lasciando un piccolo contributo; una rilassante area pic nic, con diversi tavoli, dove ci siamo fermati per pranzo; la Gifford Farm House, con vicino un bel fienile di legno e dove abbiamo visto un piccolo cervo.
Siamo arrivati fino alla fine della strada asfaltata, poi, normalmente, le auto high clearance, quindi alte da terra, e possibilmente 4x4, possono proseguire lungo Capital Gorge, ma date le piogge dei giorni scorsi, era chiusa.
Per arrivare a Panguitch abbiamo quindi imboccato la U12, che conduce attraverso il Grand Staircase-Escalante National Monument, con paesaggi montani molto particolari, che a tratti tornano ad essere desertici.
Anche qui abbiamo visto a bordo strada un giovane cervo.
Abbiamo superato il punto di accesso al parco di Bryce e proseguito fino al nostro motel, a Panguitch.
Già in questo tratto si ha un assaggio di quanto vedremo domani!

Panguitch - Springdale - 17/Aug/2014

Una volta lasciato il motel un po? retrò, con i centrini lavorati all?uncinetto, le lenzuola con i fiori e quadri con puzzle alle pareti, siamo andati a fare benzina, come ogni mattina?per tranquillità, al di là dei km che ci sono da percorrere, e con l?occasione, abbiamo anche fatto colazione al market del distributore.
Per il resto la giornata è stata dedicata al Bryce Canyon.
L?accesso costa circa 25 $, ma per noi è incluso nella tessera. Le attrazioni principali sono concentrate in un?unica area, non distante dal visitor center: Sunrise Point, Sunset Point, Inspiration Point, Bryce Point. Sono tutte raggiungibili con una camminata di pochi minuti, magari a volte però in salita.
Meritevole e non eccessivamente faticoso il giro che combina Queen Garden e Navajo Loop, in totale 4,6 km, davvero molto bello. La Lonely Planet ?I grandi parchi? consigliava di partire dal lato Queen Garden, scendendo da Sunrise Point e terminare con il Navajo, più ripido a scendere, che termina poi al Sunset Point. A seguire ci sono poi ancora da percorrere altri 800 mt per tornare alla macchina.
I paesaggi dei due percorsi sono molto diversi tra loro, ma egualmente belli.
La mia personale preferenza è sul Navajo Loop, che attraversa gole profonde.
Allo stesso modo anche i punti panoramici inizialmente descritti sono molto belli, ognuno a suo modo e non si possono saltare.
Diverso invece per quanto riguarda gli altri punti della strada principale. Noi, avendo tempo, siamo arrivati fino in fondo, a Rainbow Point, nonché, tornando indietro, ci siamo fermati anche al Natural Bridge o Agua Canyon. Carini, ma saltabili.
Abbiamo visto diversi scoiattoli, piccoliii, e piccoli cervi ed anche cani della prateria, teneri!
Per arrivare allo Zion invece, si percorre la strada n. 9, che è anche molto panoramica ed in parte già parco Nazionale.
Si supera anche una galleria di 1,8 km totalmente al buio. I veicoli più alti di 3,4 m e più larghi di 2,4 m devono pagare 15 $ perché è necessaria una speciale ?scorta? per attraversarla.
Anche questo parco costa 25 $, ma per noi è incluso nella tessera, che ormai ci siamo ampiamenti ripagati.
Abbiamo superato una fattoria con tanti bufali neri al pascolo.
Il nostro hotel si trova a Springdale, a pochi minuti dall?accesso al parco. Nei miei programmi originali avevo pensato di fare il percorso ?The Narrows?, che prevede almeno 4 h a piedi nel fiume, ma questo avrebbe implicato arrivare a Las Vegas esausti e non goderci la serata.
Ci accontenteremo invece di un giro con la navetta che ferma in diversi punti panoramici e poi partiremo per il Nevada!
A cena siamo andati al Wildcat Williest che, neanche farlo apposta, è davanti al nostro hotel. Io sono stata abbastanza brava, perché ho preso un piatto con pollo, mentre Marco fish & chips. Il nostro hotel ha anche una piscina aperta fino alle 22, ma i tempi sono troppo stretti per riuscire a sfruttarla.
La giornata è iniziata a 10 gradi e si è conclusa, qui, con più di 30 gradi e ancora alle 21 c?era un clima caldo ed opprimente, chissà nei prossimi 2 gg, tra Las Vegas e Death Valley!

Springdale - Las Vegas - 18/Aug/2014

Al mattino ci siamo alzati presto per essere alle 8.30 all?ingresso dello Zion Park per prendere la navetta che percorre la scenic drive. Purtroppo d?estate non è possibile farlo con la propria auto. I bus, spesso doppi, sono comunque frequenti. Avendo deciso di non fare il percorso a piedi nel fiume ?the Narrows?, per non arrivare stanchi a Las Vegas, avevo anche pensato di saltare il parco, ma dormendo proprio a pochi km?abbiamo deciso di farci un salto.
Purtroppo di primo mattino la scenic drive è tutta all?ombra, quindi non siamo scesi alle possibili fermate, tipo ?Court of the Patriarchs? o allo Zion Lodge, dove sono possibili due trail, percorsi, ma siamo arrivati sino al termine della strada panoramica, al Temple of Sinawava, da cui parte il Riverside Walk (e da lì poi il The Narrows). Abbiamo seguito la strada che costeggia il fiume e, sebbene non sia come entrare in acqua, si hanno comunque alcuni scorci interessanti.
Abbiamo anche visto alcuni scoiattoli ed una famiglia di 4 cervi.
Al termine del sentiero lastricato si arriva ad incrociare il fiume, da cui molti iniziavano il percorso, muniti di apposite scarpe noleggiate con i calzari per non congelare i piedi, e di bastoni per aiutarsi a mantenere l?equilibrio.
Mi è spiaciuto non farlo, ma così siamo potuti partire abbastanza presto per Las Vegas e sufficientemente riposati.
Siamo attivati verso le 13.30 (recuperando 1h nel passare dallo Utah al Nevada) e ci siamo fermati al Premium Outlet a fare un po? di shopping. Abbiamo trovato acquisti interessanti da Banana Republic, Gap e Marco ha trovato delle scarpe alla Nike. Il centro commerciale è simile ai nostri, all?aperto, con le varie marche che si susseguono. Il clima era molto afoso e nuvoloni scuri erano in avvicinamento.
Arrivati all?hotel Bellagio, sulla strip, abbiamo scaricato i bagagli e consegnato le chiavi della macchina ad un addetto, affinchè la parcheggiasse.
La hall è maestosa, enorme, con i fiori di vetro al soffitto.
C?erano tanti banchi per il check in aperti, ma in ognuno c?era coda ed avremo atteso almeno mezz?ora prima di avere l?assegnazione della camera, una suite, a seguito di un inaspettato upgrade.
Per arrivare agli ascensori si passa attraverso il casinò, dove diverse persone erano già impegnate a giocare.
La nostra camera era al 35° piano: si entra in una grande sala con un primo bagno. Si passa alla grande camera da letto con altri due bagni, uno con la doccia (con sauna) e l?altro con vasca (con idromassaggio), il tutto in marmo. Ciascun bagno ha anche la televisione, oltre ad esserci anche in camera e nel salotto. Insomma?uno spettacolo!
Dalle grandi finestre si ha il panorama delle piscine dell?hotel.
Poco dopo siamo usciti e, su suggerimento del consierge, abbiamo preso un taxi per andare sulla Freemont Rd, a downtown, una strada coperta e pedonale, piena, essenzialmente, di casinò.
Dalle 19.30 ? 20 tutte le insegne si illuminano e diventa sfavillante, ma comunque abbastanza squallido, forse perché tutto un po? vecchiotto, almeno rispetto al Bellagio.
Abbiamo ripreso il taxi che per altri 25 $ ci ha riportato sulla strip. Ci siamo fatti lasciare all?Encore, che la LP inserisce tra i top hotel (secondo me perché altrimenti non ci arriva nessuno a vederlo, essendo un po? lontano?)
Abbiamo proseguito con il Venetian e la sua ricostruzione della città di Venezia con i canali, con gondole ed il campanile di San Marco.
Di fronte c?è il Mirage, con lo spettacolo del vulcano che erutta, mentre l?interno sembra più vecchiotto. Alle spalle della reception si trova un lungo acquario con dentro, dice la guida, 60 specie diverse di pesci.
Siamo quindi passati al Caesars Palace, in stile greco romano.
Si passa, ogni volta, sia dal casinò che dai negozi, per attraversare gli hotel. Spesso sono tra loro collegati da ponti, così da evitare di dover percorrere le trafficate strade sottostanti. All?alba delle 23.30 siamo arrivati al Bellagio in tempo per assistere allo spettacolo delle fontane ?danzanti? al ritmo di musica (termina a mezza notte), molto bello.
Ci siamo fermati a mangiare velocemente da Mc Donald?s, e riposarci, per poi proseguire con il Paris Las Vegas, con il suo emblema, la torre Eiffel, e poco di fronte il moderno Cosmopolitan. Questo hotel, avendo all?interno un locale, attira molto i giovani ed infatti vi era una sfilata di fanciulle tutte agghindate?da serata (per non dire peggio?).
Quasi allo stremo delle nostre forze, ci siamo spinti fino al New York ? New York, dove domina la Statua della Libertà, nonché palazzi che ricordano Manhattan, tra cui l?Empire State Building. Bellissimo!
Di fronte c?è il negozio Hard Rock Cafè e quello delle M&M?s, ovviamente chiusi. Sarei voluta arrivare al Luxor, ma eravamo troppo stanchi, quindi abbiamo deciso di tornarci la mattina successiva. Arrivati, quasi come automi, al nostro bellissimo hotel, forse il più bello di quelli attraversati nel nostro tour della strip, ci siamo fermati a giocare a qualche slot machine. Ormai sono tutte automatiche, non bisogna più abbassare nessuna leva e non escono più i gettoni, ma solo premere un bottone e ritirare un voucher. Molte macchine purtroppo non siamo riuscite neppure a capirle. Non c?è nessun cartello/inserviente a supporto. Dopo aver perso circa 21 $ mi sono arresa e siamo saliti finalmente nella nostra suite, quando ormai erano le 2 passate.

Las Vegas - Beatty Junction - 19/Aug/2014

Alle 8 eravamo già nuovamente in piedi (benchè avessi puntato la sveglia alle 9), così, una volta pronti siamo scesi a fare colazione al super buffet dell?hotel, molto rinomato, ed effettivamente la scelta è notevole, tanto che forse avrò assaggiato giusto 1/3 di quanto offerto (20$ a testa). Abbiamo fatto il check out, affidato i bagagli al deposito e ripercorso parte della strip, con una temperatura sicuramente più ragionevole. Abbiamo fatto acquisti sia all?Hard Rock Cafè, sia da M&M?s, la confezione più piccola possibile, giusto di assaggio. Sfruttando i vari ponti, che inducono a passare attraverso qualche fresco hotel, ci siamo spostati dal MGM al New York New York, fino all?Excalibur, castello incantato, con tanto di torri e quindi al Luxor, struttura a piramide, con sfinge ed obelisco.
L?interno è un po? buio e forse anche qui direi vecchiotto.
Nuovamente esausti abbiamo preso il trenino attivo tra il Mandala Bay, Luxor ed Excalibur e successivamente quello a pagamento che parte dall?hotel MGM ed arriva all?Hilton, quasi in fondo alla strip. (5$ una corsa, 12 $ tutto il giorno). L?abbiamo sfruttato per una sola fermata, ma sempre meglio che farla ancora a piedi.
A questo punto eravamo pronti per abbandonare il nostro super hotel e partire alla volta della Death Valley. Avrei voluto vedere anche la zona delle sale da matrimoni, ma sarebbe servita un?altra sera.
Alle 17 siamo arrivati a Betty, dove avevo prenotato l?hotel/motel. Dopo diversi mesi non so più se ho prenotato qui perché non avevo trovato posto a Furnace Creek o Stovepipe, o perché avevo studiato poco, in quanto Betty dista ancora un?ora dalle ?attrazioni? della Death Valley.
Alle 17.30 siamo comunque partiti alla volta di Badwater, il punto più basso sotto il livello del mare, ormai salina. Non c?è niente, ma è molto particolare. Sarà per il gran caldo, 47° C, per l?effetto phon una volta scesi dalla macchina e nel vedere il cartello che indica il livello del mare molto al di sopra di dove ci troviamo?.
Siamo quindi tornati indietro per percorrere l?Artist Drive, dato che è a senso unico a salire. Essendo quasi vicini al tramonto, i colori assunti dalle rocce rendevano il paesaggio ancora più suggestivo lungo questa strada non asfaltata sotto i 45 ° C. Ci si ferma per ammirare il paesaggio dell?Artist Palette.
Avrei voluto percorrere anche la strada del Devils Golf Course, ma ho preferito dare precedenza ai paesaggi più importanti, come lo Zabriskie Point. Sebbene il sole stesse quasi per tramontare, abbiamo proseguito per il Dante?s view. Si sale fino a quasi 1700 mt, con gli ultimi tornanti abbastanza stretti. La strada è panoramica e bella.
Arrivati in cima siamo riusciti a cogliere l?ultimo tratto del tramonto, poco, ma comunque sufficiente.
Siamo tornati a Betty verso le 21, dopo esserci fermati in uno spiazzo, spento la macchina e le luci e goduto di una strepitosa stellata. Siamo andati a mangiare qualcosa al volo di fronte al motel, esausti, ma felici.

Beatty Junction - Three Rivers - 20/Aug/2014

Nel viaggio in direzione del Sequoia National Park ed in particolare di Three Rivers, dove ho prenotato per la notte, ci siamo fermati a vedere le dune di sabbia, Mesquile Flat Sand Dunes ed una parte del Mosaic Canyon, carini.
Il viaggio è abbastanza lungo, circa 6h e non ci sono attrazioni nel mezzo che aiutino particolarmente a spezzare. A cena siamo andati al Sequoia Cider Mill, vicino all?hotel, easy, ma con discreta scelta, da qualche piatto messicano, burgers a qualche carne alla griglia.

Three Rivers - Oakhyrst - 21/Aug/2014

Questa giornata è stata dedicata al Sequoia e Kings Canyon National Park (entrambi inclusi nel nostro pass) per vedere le famose sequoie giganti.
Ci siamo concentrati più sul primo, il Sequoia, passando da Tunnel Log, dove c?è una sequoia sdraiata, probabilmente caduta, che è stata tagliata ?a tunnel? per far passare una macchina.
Sosta successiva al Moro Rock, una roccia monolitica su cui è possibile salire con 350 scalini, arrivando a 2.150 m, da cui, una volta ripreso fiato, si gode un bel panorama.
Infine ci siamo spostati al tanto atteso Generale Sherman, tra i più grandi (alto 84,5 m) ed antichi (circa 2.300 anni fa) del mondo. Vanta il maggior diametro, 18 m, ed ha una circonferenza alla base di 31 m.
Purtroppo da vicino non si riesce a fotografarlo interamente, è maestoso.
Girando nelle vicinanze, per fotografare altre sequoie, ho scorto poco distante un piccolo orso!
Ho chiamato Marco ed anche altri sono accorsi ed il movimento l?ha agitato ed ha iniziato ad allontanarsi. L?abbiamo seguito per un po?, riuscendo a scattargli qualche foto?che carino!
Siamo ripartiti lungo le curve montane, fitte di pini, molto bello.
Ogni tanto si vede correre a tutta birra un tenero scoiattolino, o più raramente un cervo. Quello incontrato oggi aveva però le corna.
Il Kings Canyon ci è parso meno frequentato del precedente, anche durante la sosta per ammirare la sequoia General Grant. Questo albero è alto 82m, con diametro di 12m ed una circonferenza alla base di 33m!!
Avremmo voluto proseguire lungo la Kings Canyon Scenic Byway, ma ci vuole più di un?ora ad andare ed altrettanto a tornare ed il nostro alloggio per la notte distava più di 2h, così alle 15.30 siamo partiti alla volta di Oakhurst. Sosta benzina era d?obbligo, ma ne abbiamo approfittato per fermarci anche in un market per un po? di spesa. Questa sera dormiamo in un ranch, carino, anche se forse in alcune parti è un po? vecchiotto, tipo le finestre o le porte, ma la gestione è cambiata recentemente e sicuramente apporteranno dei cambiamenti. Di positivo c?è la colazione inclusa, mentre non abbiamo trovato il phone. Tutte le camere hanno accesso alla veranda in legno, con, davanti a ciascuna finestra, un tavolino con due sedie, bello!

Oakhyrst - Mariposa - 22/Aug/2014

Colazione molto scarsa in hotel, con caffè tremendo; poi ci siamo diretti a Mariposa Grove, entrando nel parco dello Yosemite da sud, a poche miglia da dove abbiamo pernottato (anche questo parco è incluso nel pass annuale). A Mariposa Grove ci sono le sequoie giganti, come quelle viste ieri.
Ci sono molte tracce di incendi, che hanno abbattuto diversi alberi.
Il percorso che parte dall?apposito parcheggio conduce al Grizly Giant, una sequoia di 64m, con parte della base bruciata.
Abbiamo visto diversi scoiattoli golosi correre qua e là e mangiare le pigne cadute dagli alberi.
Siamo arrivati a farci la foto al California Tunnel Tree, che, come si può cogliere, ha un passaggio scavato nel tronco.
Saremmo potuti andare oltre, ma, forse, già sazi di sequoie da ieri, siamo tornati alla macchina.
Meta successiva è stata Glacier Point, percorrendo la omonima Glacier Point Road, tutta curve e molto bella. Da Glacier Point si gode un panorama meraviglioso, praticamente tutto ciò che c?è da vedere, dalle Yosemite Falls all?Half Dome.
Purtroppo qui ho anche realizzato che le cascate più famose del parco e tra le più alte del mondo (740 m), Yosemite Falls, erano asciutte, come capita in autunno, tristissimo.
Abbiamo quindi ripercorso la strada a ritroso per poi imboccare la Yosemite Valley, molto panoramica.
Sosta alle Bridalveil Fall, anche queste quasi asciutte, ma qualche foto l?abbiamo comunque fatta.
Ci siamo fermati vicino al fiume a fare il picnic e diversi facevano il bagno. Speranzosi ci siamo poi avvicinati alla Lower Yosemite Fall, la parte bassa della cascata, ma invano?niente acqua.
Ci sarebbe stata da percorrere ancora la Tioga Road, ma eravamo stanchi ed il navigatore indicava ancora 1h per uscire dal parco ed arrivare al nostro alloggio a Mariposa, quindi l?abbiamo saltato.
L'Americas Best Value Inn Mariposa Lodge è carino, con camera molto spaziosa con frigo, microonde, macchina del caffè, tv ... insomma, tutto il necessario. La connessione internet è un pò lenta. Siamo stati a cena al Charles Street Dinner House, su consiglio dell'hotel, raggiungibile a piedi. Carino e cena discreta. Poco oltre ci sono ancora 2-3 posti, in alternativa, o altri prendendo la macchina.

Mariposa - San Francisco - 23/Aug/2014

Abbiamo impiegato due ore e mezzo di viaggio da Mariposa al nostro hotel in Sutter St. angolo Mason St. a San Francisco.
Siamo arrivati verso mezzo giorno e per fortuna la nostra camera era pronta, così abbiamo potuto lasciare i bagagli. Alla reception ci hanno dato subito una mappa con tutti i mezzi pubblici e sul retro l?indicazione dei negozi! La camera è carina e la posizione dell?hotel è ottima!
Come prima cosa siamo voluti andare su Market Street al visitor center, passando davanti a tante vetrine di negozi famosi, da Union Square, piazza fulcro della città, dove sono arrivati sonanti camion dei pompieri, fermandosi davanti ad un hotel. O sono stati molto rapidi o si è trattato di un falso allarme.
Al visitor center abbiamo chiesto informazioni sull?abbonamento ai mezzi pubblici e mi ha confermato che quello da 3 gg a 23$ vale su tutti i mezzi pubblici e risulta molto conveniente considerando che una corsa sulla cable car costa 6$; inoltre abbiamo chiesto consiglio su come occupare la serata di lunedi ed ha suggerito lo spettacolo ?Beach Blanket Babylon? un musical cult, sul cartellone dal 1974; in alternativa i Giants giocano a Okland, al di là del ponte e con la linea sotterranea, Bart, si potrebbe arrivare in un attimo; infine abbiamo chiesto un suggerimento per un ristorante e ci ha citato ?Foreign cinema?. Avendo impegnate a questo punto entrambe le serate, vediamo se riusciamo ad andarci, magari domani di ritorno da Alcatratz se non siamo troppo stanchi (i biglietti per Alcatratz li ho acquistati via internet 120 gg fa; prima non era possibile e dopo?sarebbero andati esauriti rapidamente). Infine ci ha dato il suggerimento di prendere la cable car ?California Line? sulla California all?altezza della Montgomery, così da evitare la lunga coda del capolinea di Market Street. E così abbiamo fatto, arrivando fino al capolinea dalla parte opposta, all?altezza della Van-Ness Ave. Dato che non c?erano posti a sedere, il conducente ci ha fatto mettere sullo scalino esterno, dove, ogni attimo, sembra di cadere o venir toccati da una macchina?emozionate e divertente.
Siamo rimasti a bordo alla ripartenza, fino alla Grace Cathedral, dove siamo scesi per effettuare la visita e da lì abbiamo proseguito a piedi fino a China Town.
Siamo tornati sulla Market Street per prendere il simpatico tram della linea F che porta al Pier 39. Questa linea è servita da tram di diverse città americane e ne hanno anche alcuni di Milano.
La prima cosa in cui ci si imbatte è l?Hard Rock Cafè, quindi siamo stati?obbligati ad entrare.
Questa zona è piena di locali e ricorda molto la parte dei docks di New York. Siamo arrivati fino al mare, dove, da un lato si vede Alcatratz e dall?altro, nascosto da una leggera foschia, il Golden Gate Bridge, nonché ci sono i pontili con i leoni marini?teneri!!
Ci siamo fermati a cena da Bubba Gump, dopo aver atteso quasi 1 h il nostro turno. I camerieri interrogano i clienti su alcune parti cruciali del film di Forrest Gump, divertente.
Fortunatamente prima di lasciare l?hotel ero risalita a prendere la felpa, perché non fa per nulla caldo e soprattutto nella zona del porto c?è molta aria. Abbiamo ripreso il tram e siamo tornati, soddisfatti, al nostro albergo.

San Francisco - - 24/Aug/2014

Sveglia alle 3.30 di domenica mattina, pochi istanti per realizzare che stava tremando tutto?c?era il terremoto! Per fortuna è durato poco e pian piano siamo tornati a dormire. Una volta arrivata la sveglia ufficiale abbiamo visto in TV che il terremoto era stato del 6.1 della scala richter nella Napa Valley, a circa 30 km da noi. Fortunatamente i danni sono stati concentrati in crepe nelle case e nelle strade; sono scoppiati alcuni incendi, ma nessun morto.
Domenica mattina ci siamo diretti a piedi a China Town ed in particolare sulla Stockton, definita molto vivace al mattino, per via dei tanti negozi di alimentari affollati dalle massaie.
Diverse signore anziane erano intente a scegliere una per una le arachidi e si riempivano dei gran sacchetti.
Non mancavano neppure i negozi che vendono ?cose? essiccate, difficili da identificare.
Siamo passati al 678 di Green Street, al Club Fugazzi, per prenotare i biglietti per assistere, la sera del 25, ?Beach Blanket Babylon?, un musical che viene ripetuto da un ventennio, ma è la sera di riposo.
Abbiamo proseguito sulla Columbus, il quartiere italiano, fino a Washington Square. Qui un gruppo di signore stava eseguendo movimenti di tai-chi e diversi anziani stavano facendo una sorta di ginnastica individuale molto a piacere, o dovrei dire, alcuni movimenti a caso.
Accanto alla piazza vi è la chiesa cattolica dei santi Pietro e Paolo, punto di riferimento per la comunità italiana. Non siamo riusciti a visitarla, perché era in corso una funzione.
Abbiamo percorso la ripida e faticosa salita fino alla Coit Tower, alta 64 mt e da cui si gode un bel panorama sulla città, per poi ridiscendere con i Greenwich Steps, scalinata con pendenza di 45°, che passa accanto ad abitazioni carine con piccoli giardini pensili.
Siamo arrivati alla zona dell?Imbarcadero ed abbiamo preso il tram F per arrivare al Fishermans Wharf, oltre il Pier39. E? una zona piena di negozi turistici, locali e ristoranti, vivace e carina. Ci siamo fermati da Boudin, una bakery con pani di tutte le dimensioni, ma con vendite di diverse delicatessen e di alcuni piatti, come la zuppa (3 ricette diverse) in una ciotola di pane. Pensavo fosse una loro specialità, ma in realtà li ho visti anche da altre parti, tra cui oggi a Monterey. Io l?ho scelta con il chili, ottima, mentre Marco al pomodoro?speziato. Anche lui è rimasto molto soddisfatto.
Abbiamo quindi ripreso il nostro cammino fino ad Hyde St. Pier ed oltre, fino al pontile da cui si vede il ponte del Golden Gate.
Siamo passati da Ghirardelli Square, con l?omonimo palazzo pieno di delizie, ma noi eravamo ancora sazi per farci stare qualcosa.
Ci siamo quindi messi in coda per prendere, seppur per poche fermate, il cable car fino a Lombard Street, la strada più tortuosa del mondo, con pendenza superiore al 40% e una successione di 8 curve a gomito, create per affrontare meglio la discesa, spettacolare! Purtroppo ci sono alte aiuole di ortensie e dall?alto non si ha la percezione delle curve. Dal basso invece la visione delle macchine a zig zag rende maggiormente l?idea.
Siamo saliti su un?altra cable car sulla Mason, che ci ha portato vicino all?hotel, dove siamo passati a riposare mezz?ora in vista della nostra serata ad Alcatratz. Non essendo ancora abbastanza esausti, siamo andati a piedi al Pier33, da cui parte il traghetto, avendo mezz?ora di margine sulla partenza. Abbiamo seguito la Market St fino al Ferry Building, al cui interno ci sono tanti negozi, ma stavano tutti chiudendo. Fortunatamente ci eravamo portati le giacche a vento perché la zona del porto è ventosa e comunque a San Francisco le temperature non sono alte (forse abbiamo toccato i 25° C), tanto più dovendo prendere un battello e dovendo stare fuori fino a tardi. Abbiamo visto invece salire sul battello una ragazza unicamente con una canotta?povera lei!
La visita di Alcatratz è interessante e fa una certa impressione pensare che in quelle celle ci siano stati alcuni dei criminali più pericolosi, come Al Capone. Compresa nel prezzo vi è una audioguida che in parte racconta la storia del carcere ed in parte raccoglie le testimonianze di carcerati, addetti ai lavori ed anche i loro familiari, che hanno vissuto sull?isola per alcuni anni, felicemente. Una signora per esempio racconta che lei ci è stata tre anni, perché suo papà era una guardia, e tutti i giorni prendeva il traghetto per andare a scuola sulla terra ferma e la sera tornava sull?isola. Un?isola comunque tranquilla e silenziosa, senza inquinamento e comunque famosa. Ci sono stati alcuni tentativi di evasione, ma nessuno coronato con successo, a meno che quanto raccontato nel film Fuga da Alcatraz, con Clint Eastwood non sia vero, ovvero che i fuggiaschi siano riusciti a salvarsi.Abbiamo dovuto interrompere il nostro ascolto della audio guida per uscire e vedere il tramonto sul Golden Gate e sulla città di San Francisco.
Alle 20.45 abbiamo poi avuto modo di sentire il rumore delle porte delle celle che si chiudono contemporaneamente, come accadeva ogni sera per i carcerati.
Siamo ripartiti dall?isola alle 21.30, con gli addetti ai lavori.
Esausti abbiamo ripreso il nostro F, fino ad Union Square e da lì in hotel.

San Francisco - 25/Aug/2014

L?abbiamo dedicata allo shopping. Attorno ad Union Square abbiamo trovato i negozi di nostro interesse: Nike, Desigual, Victoria Secret, ma ci sono anche le grandi firme, come LV, o il più accessibile Mecy?s. Siamo passati in hotel a lasciare le borse e poi siamo riscesi sulla Market St. all?altezza della Mc Allister St. a prendere il 5 per andare ad Alamo Square.
In questi giorni abbiamo visto tanti barboni, come mai da nessuna altra parte, ma ancor più concentrati in questa zona, tra la Ellis ? Eddy ? Turk ? Golden Gate Ave e la Jones ? Leavenworth. Forse c?è qualche centro di accoglienza nei dintorni, ma fa molta impressione. Stanno comunque tranquilli per i fatti loro, non chiedono nulla, al più parlano da soli.
Alamo Square è in realtà una collina parco, molto grande. Dalla parte opposta, sulla Steiner St, incrocio con Hayes St si trovano le sei ville in stile Queen Anne, uguali, ma diversamente colorate, le cosidette Painted Ladies.
La sosta è minima e accanto si trova la fermata del bus 21, che porta al Golden Gate Park. Sarei voluta arrivare all?area dei bisonti e del mulino a vento, ma dopo averne percorso quasi metà?infinita ed aver visto arrivare i nuvoloni, abbiamo preferito prendere il bus 29 per avvicinarci al Golden Gate Bridge.
Nel frattempo le nuvole sono state allontanate. Il 29 fa capolinea a Baker Beach da cui parte un bellissimo sentiero che conduce al ponte.
Siamo arrivati fino a sotto ed abbiamo anche percorso metà del ponte, emozionante, sentirlo muovere al passaggio delle auto sulla corsia accanto.
Con il bus 28 siamo arrivati a Fort Meson e da lì a piedi fino al Fishermans Wharf per cena. Le nuvole sono nuovamente tornate, rovinando purtroppo la vista del tramonto sul Golden Gate.
Diversi locali lungo il porto propongono pesce, che purtroppo io non mangio. Ho cercato un posto che proponesse anche hamburger, così da soddisfare sia me che Marco, ma poi siamo arrivati nuovamente da Boudin e non ho resistito alla tentazione di riprendere la zuppa di carne al chili nella ciotola di pane. Marco questa volta ha scelto la zuppa di pesce.
Dopo cena abbiamo girato qualche negozio per i souvenir e poi ripreso il nostro tram di fiducia, F, per tornare in hotel.

San Francisco - Carmel-by-the-sea - 26/Aug/2014

Una volta lasciato l?hotel, ci siamo diretti sulla Lombard Street per percorrere le 8 curve mozzafiato con la macchina e poter scattare qualche foto nel percorrerla direttamente.
Destinazione dei prossimi giorni è la costa oceanica ed abbiamo impostato come prima tappa Santa Cruz.
Ci siamo fermati al Santa Cruz Beach Board Walk, una passeggiata all?interno di un parco di attrazioni, con l?ottovolante in legno del 1924 (Giant Dipper).
A seguire ci siamo diretti a Monterey, per vedere il Monterey Historic Park, a cui la guida touring assegna 2 *, ma, a mio parere, immeritati. Ci sono sparse qua e là case dei primi del 1800 di epoca messicana, ma dicono poco, forse perché attorniate da case, sempre in legno, che non rendono così visibile la differenza.Poco oltre c?è il porto turistico, dove abbiamo visto riposarsi al sole un gruppetto di leoni marini e qualche pellicano.
Notevole invece la Seventeen Mile Drive, 17 miglia di costa di proprietà di Del Monte, che richiede il pedaggio al passaggio (10 $), non accontentandosi della quota dei giocatori di golf che animano i molteplici campi.
Su un paio di questi abbiamo visto muoversi con discrezione alcuni cervi, meraviglioso!
Sulle rocce lungo le spiagge invece riposano gabbiani, pellicani e su alcune, vicino al parcheggio, anche scoiattoli curiosi e teneri.
Ci sono diversi viewpoint in cui fermarsi, tra cui, il Lone Cypress, il cipresso solitario cresciuto sulla cima di uno sperone roccioso.
Siamo anche riusciti a vedere al largo un paio di balene, o almeno il dorso e la coda.
Percorso paesaggistico molto bello.
Si arriva a Carmel-by-the-Sea, percorrendo la scenic drive, mare da un lato e belle case dall?altro. Abbiamo cercato sul navigatore una catena di hotel di quelli più noti ed individuato il Confort Inn. Per fortuna avevamo una bella camera per noi, ma attorno ce ne erano altri. E? molto comodo perché a piedi si percorrono le vie dei negozi e dei ristoranti concentrati attorno alla Ocean Avenue. Tra le varie possibilità ho scelto Jack London, sulla Dolores Street. Abbiamo mangiato all?esterno e ci hanno acceso una sorta di camino sul tavolo, molto particolare.
Dato che arrivando a San Francisco abbiamo visto campi di carciofi e bancarelle che li vendevano, quando li ho trovati nel menù?mi ci sono fiondata: carciofo grigliato di antipasto e successivamente pollo con carciofi, olive e spezie, davvero ottimo!
Tornando in hotel siamo passati da ?Bruno?s Market e Deli? per prendere l?acqua ed abbiamo trovato un supermercato medio grande, quindi torneremo domani mattina a fare spesa per il pranzo.

Carmel-by-the-Sea - Morro Bay - 27/Aug/2014

Penultimo giorno di vacanza, ansia, vuol dire tornare a casa, alla vita di tutti i giorni, tornare al lavoro e saper di voler aspettare tanto prima di una prossima vacanza. Comunque?meglio non pensarci.
Dopo colazione ci siamo fermati a fare la spesa per la giornata e poi abbiamo percorso pochi chilometri per arrivare alla Mission San Carlos Borromeo del Rio Carmelo, carino, soprattutto, per il mio gusto, l?esterno ed il giardino.
Abbiamo proseguito per il Big Sur, montagne che si alternano a spiagge e al mare, quindi paesaggi molto belli.
Peccato solo che l'acqua, almeno in questi giorni, sia sporca e quindi non si riesca a godere appieno della bellezza di tale natura.
Abbiamo anche oggi avvistato diverse balene, o per lo meno i dorsi e le code, non mi sarei più allontanata.
Successivamente ci siamo recati al Hearst San Simeon State Historical Monument, la residenza dell?editore Hearst, che aveva iniziato a soggiornare in questo posto in villeggiatura, poi ha costruito un cottage e pian piano tutto il resto.
La casa è visitabile con tre diversi percorsi. Noi, essendo arrivati dopo le 15, ne abbiamo scelto solo 1, ?upstairs?, i piani alti (e già così è costato 25$ a testa).
Si attraversano la biblioteca, la camera di Mr Hearst e poco oltre quella della moglie.
La residenza ha 100 stanze e molti furono i personaggi illustri che vi soggiornarono, come Charlie Chaplin, Cary Grant, Clark Gable, Georges Bernard Show.
Molto belli sono la facciata, copia di una cattedrale mudejar, i giardini, la imponente piscina di Nettuno, purtroppo senza acqua, con colonne, statue ed un frontone di un tempio greco con fregi autentici, nonché l?incredibile piscina romana coperta, con piastrelle di vetro blu veneziano e mosaici d?oro.
Già le due piscine valgono la visita, a mio gusto, ma anche gli interni mi sono piaciuti.
Abbiamo quindi percorso ancora 30 miglia, fino a Morro Bay, per vedere il Morro Rock, enorme monolito vulcanico, alto 175m, unito da un istmo alla terraferma.
Abbiamo trovato un Best Western per la notte, quasi di fronte alla nostra meta.
Verso l?ora del tramonto siamo andati a cena nel locale più popolato del porto ?Tognazzini?s Dockside? e ci siamo trovati bene, con una spesa economica, quindi ancora più soddisfazione.

Morro Bay - Los Angeles - 28/Aug/2014

Ultima giornata in giro per gli Stati Uniti, ultima giornata lungo la costa oceanica.
Abbiamo fatto colazione in hotel e dato un ultimo sguardo al Morro Rock, avvolto per metà dalle nuvole, ma mano che il sole si stava alzando.
Ci siamo arrivati sotto ed in acqua abbiamo visto le lontre che stavano beate a pancia in su.
Siamo quindi partiti per Santa Barbara, dove abbiamo visitato la Santa Barbara Mission, in collina, con una bella facciata, con accanto un porticato, un chiostro pieno di piante ed un cimitero con diverse piante grasse.
Successivamente siamo passati a Downtown, salendo sulla torre del bel palazzo di Santa Barbara County Courthouse, che ospita gli uffici del tribunale.
Abbiamo quindi spostato la macchina in un parcheggio pubblico a metà tra il lungo mare e l?inizio della State Street, la via dei negozi, su Anacapa St, angolo Lugo Adobe (parcheggio 10). Siamo andati alla ricerca degli altri edifici storici, dando uno sguardo alle vetrine dei negozi. Abbiamo attraversato i cortili di El Paseo, la zona commerciale costruita attorno ad un palazzo del 1826 in stile spagnolo.
Si arriva poi al Presidio, costruito dagli spagnoli per difendere la missione, El Cuartel, la caserma ed il Canedo Adobe, dove erano alloggiati i soldati.
Siamo tornati sulla State ed arrivati fino al mare, o, per meglio dire, al pontile, che consente una visuale sulla costa.
Anche qui il mare non era particolarmente pulito. Ciò che colpisce è la linea di costa tempestata di palme.
Per tornare abbiamo preso un pulmino elettrico alla modica cifra di 50 cent a persona.
Anche qui abbiamo trovato parecchi barboni. La città comunque è elegante e carina. E? stato un peccato non potersi fermare un po? di più.
Siamo ripartiti perché volevo arrivare a Los Angeles in tempo per vedere Venice, sia la parte beach, percorrendo parte della Ocean Front Walk, che poi uno sguardo ai canali.
Lungo la passeggiata si vedono diversi tipi di persone, dai turisti, ovviamente, a chi fa footing, ai barboni, ai venditori ambulanti, ai super palestrati.
C?è la pista per chi va in skateboard, nonché l?area di Muscle Beach, palestra di culturismo all?aperto.
Oltre la strada pedonale, che anche quella per le bici e quindi inizia la larga spiaggia, meno frequentata, rispetto la passeggiata, forse per via del tempo.
Con la macchina abbiamo percorso la Pacific Avenue e, grazie al navigatore, siamo riusciti a trovare i canali.
E? una zona molto bella, elegante, residenziale, con le case ben curate. Molto piacevole.
Ci siamo quindi spostati in hotel, scelto, per l?ultima sera, vicino all?aeroporto, così da essere comodi domani mattina, giusto in tempo per preparare le valige e correre a dormire, dato che la sveglia domani mattina suonerà molto presto, prima delle 6, così da avere il tempo per riconsegnare la macchina. Tanto ci sarà poi modo e tempo per dormire durante il volo di ritorno.