Osaka e Kyoto

Dettagli generali del viaggio

Data partenza: 26/Dec/2017
Data rientro: 02/Jan/2018
Mezzo: Aereo e Treno
Soste: 4
Fotografie: 1219
Costi totali: €3.279,07


Le foto più rappresentative



Tappe


Osaka - 27/Dec/2017

Partenza da Milano Linate puntuali, alle 9 di mattina, diretti ad Amsterdam. Lo scalo è durato quasi 3 ore e poi ci siamo potuti imbarcare per Osaka. Sono riuscita a godermi diversi film intervallati da qualche pisolino. Una volta atterrati e superati i controlli formali, siamo andati a ritirare il router wifi al post office, noleggiato sul sito japan-rail-pass, così da connetterci subito a internet (al primo piano, sul fondo). Appena usciti dal terminal invece ci siamo fermati al negozio delle ferrovie JR per ritirare il pass, acquistato on line, che ci servirà poi per muoverci sui treni della regione, senza ulteriori costi. Benchè ci fossero diverse casse aperte, abbiamo atteso molto. Ci è stato spiegato che avremmo potuto scegliere tra due treni, per arrivare alla stazione di : quello della JR o un treno rapido. Abbiamo optato per la seconda soluzione. Giunti a destinazione, è possibile prendere la navetta dell’hotel, ma è stata un’impresa riuscire a trovare la partenza, non lontano dalla fermata dei bus, data la dimensione della stazione e l’elevato numero di uscite. In hotel abbiamo dovuto attendere mezz’ora che si facessero le 14 per poter effettuare il check in, bevendoci nell’attesa una birra nella hall. Dalla camera siamo poi usciti subito, giusto il tempo di cambiarci. Accanto al nostro hotel, The Westin Hotel, si trova una delle principali attrazioni della città, Umeda Sky Building, uno dei 20 edifici più spettacolari al mondo: due torri di 40 piani collegate tra il 35esimo ed il 39esimo piano da una scala mobile.
Il panorama è a 360° sulla città, molto carino, peccato che il cielo non fosse limpido.
Pensavamo poi di spostarci nelle vie dello shopping con la metropolitana, ma chiedendo informazioni all’ufficio del turismo, situato all’interno della stazione, ci ha consigliato di proseguire a piedi, dato che la Mido-Suji, che collega le fermate centrali di Shinsaibashi e Namba, ha il viale alberato tutto illuminato nelle ore serali, con colori blu, rosa, verdi, rossi.
Abbiamo seguito l’itinerario a piedi della LP. Molto carino l’Ebisu – bashi, il ponte sul canale, che al tramonto riflette nell’acqua i colori delle luci degli edifici, la Dotonbori, strada ricca di gigantesche insegne, il Hozen-ji Yokocho, zona antica con lanterne e case di legno ed il tempio Hozen-ji, che si incontra quasi per caso.
La zona di Dotonbori è ricca di ristoranti e ne abbiamo scelto uno, un po' tipico, ma con un menù fotografico, così da non essere troppo in difficoltà nell’ordinare. Io ho puntato su carne ai ferri preparata su una piastra direttamente al tavolo, molto tenera e gustosa, mentre Marco ha preso un misto sushi, che includeva anche gli spaghetti in brodo e la tempura. Tutto molto buono. Per il ritorno abbiamo preso la metropolitana e siamo tornati al tourist information per chiedere informazioni per la gita di domani ad Hiroshima, dove ci hanno consigliato di prenotare al ticket office i posti sul treno, avendo la partenza alle 8.20.

Myajima - Hiroshima - 28/Dec/2017

Sveglia molto presto (6.00), così da essere per tempo in stazione Shin-Osaka per prendere il treno veloce per Hiroshima. Siamo usciti dall’hotel verso le 7 e a quell’ora lo shuttle ancora non è attivo, così siamo andati a piedi alla Osaka Station, arrivandovi in circa 10 minuti. Bisogna prendere al binario 7 della JR Line il treno per Shin-Osaka, oltre il fiume. Qui abbiamo avuto tempo per fare colazione. Il treno proiettile moderno e veloce, Shinkansen, con un muso da squalo, conduce alla nostra destinazione in 1h e mezza.
Abbiamo preferito però andare prima a Myajima, prendendo il treno Tokaido – Sanyo Line e scendendo a Miyajimaguchi. Il traghetto per l’isola di Myajima parte di fronte alla stazione a poche centinaia di metri. Anche uno di questi è della JR, quindi è valido il pass già in nostro possesso. Dopo poco la partenza si scorge in lontananza il famoso Tori, la porta arancione che un tempo era l’accesso al tempio dell’isola dal mare. Avvicinandoci, ci siamo resi conto che purtroppo c’è bassa marea ed il è emerso dall’acqua e tante persone lo attorniano per farsi le foto.
Il traghetto percorre una linea che consente il passaggio proprio di fronte, prima di andare ad attraccare.
Si cammina lungo la passeggiata lungomare, accolti da teneri cervi, dai più timidi ai più coraggiosi, che si avvicinano in cerca di cibo, per giungere all’agognato Tori.
Un po' di delusione resta, nel vederlo appoggiato sulla terra invece che circondato da acqua, come ammirato in tante fotografie, ma è comunque colorato e affascinante e non mi trattengo dal scattare foto da ogni angolo.
Subito alle spalle si trova il santuario shintoista Itsukushima Jinja, anch’esso con colonne di color arancione e carino da visitare.
Proseguiamo poi per il tempio buddista Daisho-in, bello e autentico, dove è possibile, per il buon auspicio, suonare la campana o aprire delle icone di legno contente un biglietto della fortuna. Il tempio è grande, tutto abbarbicato sulla montagna e ci sono da scoprire diversi angoli.
Tornando al traghetto, abbiamo percorso le vie dei negozi, acquistando qualche souvenir ed assaggiando specialità locale, come i dolcetti contenti i bean, i fagioli neri, che vengono utilizzati per tante ricette.
Marco ha pensato di ripassare a verificare se si fosse alzata la marea ed effettivamente il Tori era nuovamente circondato di acqua, concedendoci di apprezzarlo anche in questa veste e scattare le foto più classiche.
Abbiamo ripercorso la strada al contrario, fino alla stazione di Hiroshima.
Siamo entrati nell’ufficio del turismo e scoperto esserci un autobus, meipurupu, che ferma nei luoghi più turistici e su cui è possibile salire con la tessera JR pass. Siamo scesi alla fermata della Cupola della Bomba Atomica, ovvero ciò che resta del Centro Espositivo Industriale, epicentro dell’esplosione avvenuta nell’agosto del 1945, e poi a piedi ci siamo spostati al Museo della Pace, dove viene raccontato quanto è accaduto al momento e a seguito dell’esplosione, con immagini toccanti di persone con il corpo corroso.
Andare apposta ad Hiroshima per me non vale la pena, ma abbinato alla visita dell’isola di Miyajima risulta essere la giusta soluzione.
Abbiamo ripreso il bus che ferma poco distante dal Museo e siamo tornati in stazione. Ci siamo azzardati a salire sul treno senza prenotazione, nelle apposite carrozze, ma per fortuna c’era molto posto. Una volta giunti ad Osaka, abbiamo preso la metropolitana per Shinsaibashi e ci siamo buttati tra la folla, curiosando i negozi e poi cercando dove fare cena, trovando, verso le 20, quasi tutto pieno o lunghe code all’esterno dei ristoranti. Ci siamo alla fine fidati di alcuni giudizi su tripadvisor per trovare il locale sulla Dotombori. Purtroppo però la scelta del menù per stranieri, con la foto dei piatti, non era molto ricca e anche quando ordinato era poco gustoso. Stanchi, ma soddisfatti della ricca giornata siamo rientrati poi in hotel.

Kyoto - - 29/Dec/2017

L’appuntamento con Milo, mio cugino australiano (sua mamma e mia nonna erano sorelle), e sua moglie Carmel era previsto alle 10.15 a Kyoto, nella hall dell’hotel Granvia, all’interno della stazione, quindi abbiamo regolato la nostra sveglia di conseguenza. Ieri sera avevamo prenotato i posti sul treno, il cui tragitto è di soli 15-20 minuti. Una volta fatto il check out in hotel, ci siamo accorti che lo shuttle era appena partito, così abbiamo preso il taxi e abbiamo anche approfittato per farci portare direttamente alla stazione di Shin-Osaka, così da non dover fare il cambio alla Osaka Station, avendo con noi i bagagli. Il treno regionale su cui siamo saliti era piuttosto vecchiotto e in tutto il nostro vagone eravamo ben in 5 persone. Abbiamo facilmente individuato il luogo dell’incontro, dalle scritte evidenti dell’hotel, ed abbiamo ricercato gli armadietti per lasciare i bagagli all’interno della stazione. Ce ne sono molti e tra questi abbiamo scelto quelli di fronte all’ufficio del turismo, così da ritrovarli più facilmente. Fortunatamente una ragazza ci ha aiutato nell’impostare il blocco dell’armadietto ed effettuare il pagamento, per quanto semplice, e ci ha anche spiegato come aprirlo al termine dell’affitto. Siamo riusciti a far stare tutto dentro un unico armadietto grande. Nella hall dell’hotel siamo stati avvicinati, dopo 5 minuti di attesa, da una parente giapponese di Carmel, con cui trascorreremo la giornata, ma che quasi non parla inglese. Dopo circa 15 minuti sono arrivati anche Carmel e Milo, che non vedevamo dal 2008, quando ci siamo incontrati a New York. Abbiamo preso un paio di treni per Fushimi Inari e percorso dei vecchi e vivaci quartieri, ricchi di negozi e ristoranti.
Purtroppo c’era tantissima gente e così anche al santuario, famoso per i suoi Tori arancione vivace, di cui ci sono tantissime foto affascinanti in internet, e non siamo riusciti a godere appieno di questa maestosità; magari riusciremo a tornare nei prossimi giorni.
A piedi ci siamo spostati al tempio Kiyomizu-dera, percorrendo ancora bellissime stradine antiche.
Il tempio è rinomato per la sua struttura in legno che offre un bel panorama sulla città, soprattutto al tramonto. Purtroppo il corpo centrale del tempio, e certamente il più scenografico, era impacchettato per lavori di ristrutturazione, quindi non siamo riusciti a gustarne la bellezza.
La nostra “guida” ha scelto un ristorante carino dove assaggiare i soba o gli udon, gli spaghetti stretti o larghi, cucinati freddi o in brodo. Tutti abbiamo optato per quelli in brodo, data la mattinata freddina e piovigginosa.
Siamo arrivati fino al famoso quartiere di Gion, dove è possibile a volte vedere le geishe, di solito verso le 17, ma noi non siamo stati fortunati.
Abbiamo comunque visto tantissime donne vestite con il kimono, che viene noleggiato per tradizione durante i giorni di festa.
Siamo tornati poi in stazione a prendere i bagagli e ci siamo dati appuntamento per cena.
Il nostro ryokan, dove ho prenotato la prima notte a Kyoto, non è molto distante, circa 15 min a piedi, ma avendo i bagagli e non conoscendo la strada, abbiamo preferito farci la coda per prendere il taxi. Avevo ricevuto una mail con l’indicazione di un pin da utilizzare al nostro arrivo, che ci sarebbe servito sia per il cancello esterno sia per l’accesso alla nostra camera. All’ingresso ci hanno fatto togliere le scarpe e riporle in appositi armadietti e ci hanno consegnato delle ciabatte. La camera è molto carina, classica, ma comunque molto confortevole e con elementi moderni, come la macchina del caffè della nespresso ed il caricatore per cellulari.
All’esterno abbiamo anche un piccolo giardino zen che apprezzeremo domani con la luce.
La stanza da bagno è tutta con traversine in legno e sul letto abbiamo trovato due kimoni da indossare.
Uscendo per andare a cena, alla reception ci hanno regalato due sacchettini scaldamani da tenere in tasca. A piedi siamo tornati in stazione per incontrarci con Carmel e Milo ed insieme siamo andati alla ricerca di un posto dove cenare. Saremo entrati in quasi 10 locali, trovando tutto pieno. Quasi disperati abbiamo iniziato a bussare indiscriminatamente a tutte le porte, scovando alla fine un piccolo localino, di 2 tavoli da 4 posti, più qualche posto al bancone, gestito da una piccola signora simpatica e sorridente, dove abbiamo assaggiato l’okonomiyaki, una frittata cucinata sulla piastra, con alcune basilari alternative tra cui scegliere. Molto buono, esperienza assolutamente positiva!
Ci siamo quindi dati appuntamento per l’indomani mattina, anche se noi ce la prenderemo più comoda, avendo da cambiare hotel e spostare quindi i bagagli.

Kyoto - 30/Dec/2017

Abbiamo lasciato la nostra bella stanza alle 9.30, dopo esserci goduti una bella doccia nel bagno con le pareti tutte di legno e gustati un buon caffè nespresso.
Al check out ci hanno regalato ancora due sacchetti per le mani, risultati essere molto utili la sera precedente, mantenendo il caldo a lungo, ed in vista del capodanno all’aperto sono un omaggio apprezzato. A piedi ci siamo recati al nuovo hotel, dove soggiorneremo due notti, molto vicino alla stazione e alla Kyoto Tower, ed abbiamo lasciato i bagagli. Dopo una golosa colazione al Delifrance, siamo andati a prendere il treno per Saga-Arashiyama, dove avevamo appuntamento con Carmel, Milo e la cognata giapponese.
Abbiamo seguito le indicazioni per la foresta di bambù e se ne resta affascinati, quando vi ci si immerge, sovrastati dalla loro altezza.
Siamo riusciti ad incontrarci con Milo al Tenryuji Temple, pur entrando da opposti ingressi e poi abbiamo proseguito insieme per parte della foresta. Il tempio ha un bel giardino, ma d’inverno purtroppo ha poco da mostrare.
Abbiamo fatto un pranzo leggero lungo la via principale, vicino al ponte, quindi abbiamo ripreso insieme il treno, loro diretti alla Kyoto Station e da lì a Kamakura, dove vive ora il figlio di Carmel, e noi al Kinkakuji Temple, il Padiglione d’Oro, una villa a tre piani rivestita d’oro, con un bel laghetto ed immerso in un bel giardino. Davvero molto bello!
A piedi ci siamo spostati al Ryoan-ji Temple, dove si trova il giardino zen con quindici grandi rocce appoggiate su un terreno di ghiaia bianca. È molto famoso, ma, a mio gusto, poco affascinante.
A piedi siamo voluti arrivare alla fermata del bus 10, più a sud, che ci avrebbe dovuto portare al castello, ma si è fatto tardi, buio ed abbiamo preferito tornare con un altro bus (è stata fondamentale la mappa dei mezzi pubblici presa all’ufficio del turismo) alla stazione e quindi in hotel per il check in. Abbiamo provato a prenotare nel ristorante sotto l’hotel, di cui avevo letto buone recensioni su tripadvisor, ma è sempre pieno, anche già domani. In hotel ci hanno dato uno sconto per tre diversi locali, quindi siamo andati in quello che più ci ispirava, ma era pieno, tuttavia siamo riusciti a prenotare per capodanno. Per cenare abbiamo trovato posto, dopo un minimo di attesa, in un ristorante molto carino di fronte all’hotel, ricorda lo stile dei ryokan, con porte in legno, alcuni tavoli bassi e qualche stanza privata. A noi è stato assegnato uno di questi tavoli, in cui ci si siede a terra. Marco ha mangiato sushi, mentre io, pur avendo fatto qualche assaggio, ho poi mangiato spiedini di pollo. Il dolce l’abbiamo preso però da starbucks, insieme al caffè con caramello e latte, che tanto mi piace.

Nara - Kyoto - 31/Dec/2017

Partenza per Nara, dopo aver fatto colazione in stazione, con la linea JR, quindi senza costi aggiuntivi. Appena si supera la strada principale, dove si trovano i ristoranti ed i negozi, e si accede al parco, si incontrano subito i famosi cervi che vengono incontro in cerca di cibo. Sono tantissimi e benchè i cartelli avvertano i turisti dei possibili rischi, ci sono sembrati docili e tranquilli.
Ci siamo recati al tempio buddista Todai-ji, dove è possibile ammirare il Daibutsu, una delle statue del budda in bronzo più grande al mondo, alta 16 metri, e l’edificio in legno, che gli hanno costruito attorno, è anch’esso più grande al mondo, affascinante. Una delle colonne portanti ha un foro nel mezzo e si dice che sia della stessa grandezza delle narici del Daibuts. I visitatori cercano di passarvi nel mezzo perché la leggenda dice che chi riuscirà ad attraversare il foro sarà benedetto con l'illuminazione nella vita futura. I bambini possono passare senza problemi, ma i grandi ne escono a fatica.
Molti si limitano a questa tappa, ma io ho voluto allungarmi fino al santuario shintoista Kasuga Toisha, perché lungo le vie di accesso ci sono centinaia di lanterne di pietra e tante anche all’interno, appese le une vicine alle altre, sia dorate che di colore verde. Bellissimo!
Soddisfatti siamo tornati a Kyoto. Siamo passati in hotel a lasciare i souvenir acquistati e poi subito siamo usciti per andare al Mercato di Nishiki, dove ci sono negozi di souvenir, ristoranti, ma anche quelli che vendono pesce, verdure ed ovviamente street food.
Siamo poi andati alla ricerca del quartiere di Ponto-cho, dove si trovano case di legno tradizionale, illuminate da lanterne, e ci ha aiutati maps a trovare il punto esatto, perché dalla guida non si capiva.
Siamo tornati in hotel a riposare e per le 20 avevamo prenotato un ristorante dietro l’hotel, dove Marco ha potuto assaggiare un piatto tipico, shabu shabu, una zuppa di brodo con verdure e carne, cucinato da noi al tavolo.
Con il treno siamo poi andati a Gion (Gion Shijo) e da lì al tempio dove festeggiare il capodanno, Yasaka – jinja.
Lungo la strada di accesso erano collocate bancarelle con street food di ogni genere.
Arrivati ad un certo punto, nell’avvicinamento al tempio, ci siamo dovuti fermare, in coda, ed attendere così l’anno nuovo, facendo circa 40 minuti di attesa. Scattata la mezza notte si sono aperte le transenne e siamo andati tutti a pregare. Noi per fortuna avevamo imparato nei giorni scorsi dalla nostra parente acquisita giapponese le corrette modalità: lanciare una monetina verso il tempio, fare due inchini, battere 2 volte le mani e poi fare ancora l’inchino. Un ragazzo, in coda accanto a Marco, vedendolo intento nella scelta della monetina da lanciare, gli ha indicato l’ammontare più adeguato.
Quindi ci siamo fermati in un paio di bancarelle per un’ultima degustazione serale.
Sempre attorniati da tante persone, ma tutte educate e composte, siamo tornati al treno e da lì in hotel.

Kyoto - Osaka - 01/Jan/2018

Colazione salata, come piace a me, al Delifrance, vicino all’hotel, per poi recarci al Nijo-jo Castle, dove non siamo riusciti ad andare nei giorni scorsi. In questo periodo di feste sono accessibili solo i giardini. Purtroppo è stata una visita deludente e a mio parere non merita la deviazione.
Quindi ci siamo recati al tempio buddista di Chion-in, non lontano da dove eravamo a festeggiare ieri sera ed era l’alternativa per il capodanno, ma per fortuna poi abbiamo scelto diversamente, perché il corpo principale del tempio era tutto impacchettato per ristrutturazione.
Abbiamo quindi percorso nuovamente le viette in stile tradizionale di Higashiyama, affollate di persone e con molti, soprattutto donne, vestite come geishe, con abiti tradizionali.
Per chiudere in bellezza siamo tornati a Fushimi Inari, per scattare ancora un po' di foto ai Tori color arancione. Anche qui era tutto affollato. Lungo la strada di accesso si ripetono le bancarelle di street food, come quelle di ieri sera. I Tori sono bellissimi, anche passandovi sotto, stando vicini vicini ad altre persone.
Rispetto al 29/12, quando siamo venuti con Milo, abbiamo percorso un tratto ulteriore, leggermente meno turistico, così da riuscire a godere di alcuni tratti in cui eravamo soli e scattare le foto tanto attese, ma verso le 17, benchè non fossimo arrivati alla sommità del tempio, abbiamo preferito comunque incamminarci per tornare a ritirare i bagagli e quindi andare in stazione a prendere il treno per l’aeroporto di Osaka. Una volta arrivati a destinazione, abbiamo fatto una agghiacciante scoperta: l’hotel prenotato per la notte distava circa 50 km, ovvero non era vicino all’aeroporto internazionale di Osaka, ma all’aeroporto di Osaka, nazionale. Ormai erano le 19.30 e domani il volo è alle 11.45, quindi abbiamo preferito cercare un hotel qui. Abbiamo provato al First Cabin, dove ci sono le camere a capsula, ma le donne sono separate dagli uomini, la stanza è grande quanto il letto ed il bagno è in comune. Sarei anche stata curiosa di provarlo, ma avendo i bagagli tutti mischiati, mi è sembrato complicato. Abbiamo quindi trovato posto al Nilko Kansai Airport Hotel e salvato così la notte. Per fortuna non ci sono stati addebitati i soldi dell’hotel in cui non siamo stati.

Osaka - 02/Jan/2018

Ultime commissioni prima dell’imbarco: consegna del pocket wifi alla posta, dopo averla inserita nella busta pre compilata che era allegata al momento della consegna; colazione ed utilizzo degli ultimi yen.
Siamo partiti con un’ora di ritardo da Osaka perché non arrivava acqua ai bagni dell’aereo ed a causa di questo una volta giunti a Parigi abbiamo dovuto fare una corsa per prendere la coincidenza ed i bagagli non sono arrivati con noi a destinazione, ma abbiamo dovuto attendere il giorno dopo la consegna a casa.
L’isola di Miyajima, Nara e Kyoto sono state le tappe fondamentali che hanno reso meraviglioso questo viaggio. Di Kyoto posso citare alcune attrazioni da non perdere se si ha poco tempo, quali: Fushimi Inari, il Padiglione d’Oro e la Foresta di bambù.
Il Giappone è affascinante, oltre per le sue bellezze naturali ed artistiche, anche per la differenza di cultura e di tradizioni, per la gentilezza della sua popolazione ed è facile da girarlo in autonomia.
E’ un paese incredibile che merita assolutamente di essere visitato.